Si torna a sparare a Napoli, tornano le stese nel giorno in cui il Procuratore generale, Luigi Riello all’apertura dell’anno giudiziario a Napoli parla appunto dell’impunità di coloro che compiono le plateali sparatorie in sella a moto incutendo terrore nei quartieri della città. Due stese l’altra notte: una al rione Sanità e una seconda a Secondigliano. la prima è un segnale ben preciso ed è rivolta a un obiettivo noto. Si tratta di Daniele Pandolfi, un pregiudicato di 23 anni, legato al clan Vastarella e rimasto coinvolto in altre sparatorie, uno addirittura quando era ancora minorenni. Otto colpi di pistola calibro 9×21 sono stati ritrovati sul portone del suo palazzo al corso Amedeo di Savoia. Nel novembre del 2016 Pandolfi rimase ferito nel corso di un agguato in una cornetteria ai Colli Aminei in cui trovò la morte il suo amico Antonio Bottone. Gli investigatori hanno sempre pensato che la vittima designata di quell’agguato fosse proprio Pandolfi. Nel 2013, quand’era ancora 17enne, come ricorda Il Roma, rimase ferito nel rione Sanità insieme con Ciro Orlando. Allora infuriava la guerra tra i Della Corte e i “mianesi”, referenti in zona dei Lo Russo, e l’attacco fu addebitato ai primi, tanto che per la sparatoria furono arrestati due anni dopo i presunti responsabili. Ma almeno dal 2014 Daniele è passato con i Vastarella. La stesa contro il palazzo dove abita Pandolfi rappresenta per gli investigatori un segnale inquietante e potrebbe significare la ripresa delle ostilità con i Sequino-Savarese anche se non è escluso la pista personale. L’altra stesa invece è avvenuta nel quartiere di Secondigliano. La polizia sta cercando riscontri e spiegazioni sulla stesa, questa volta avvenuta contro la serranda di un negozio in via detta Napoli-Capodimonte a Secondigliano. A terra la polizia Scientifica ha trovato e sequestrato 3 bossoli esplosi da una pistola calibro 9×21. Il titolare del negozio sentito a sommarie informazioni ha riferito di non aver ricevuto mai minacce ne richieste estorsive.
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