Il quartiere Vomero â afferma Gennaro Capodanno, presidente del Comitato Valori collinari â nellâultima metàdel secolo scorso si era trasformato in una delle aree commercialmente più attive del capoluogo partenopeo. Comparto, quello del commercio, che peraltro ha costituito da allora il principale se non lâunico settore produttivo delâarea con conseguenti ricadute positive anche sul piano occupazionale. Ma, negli ultimi tempi, purtroppo, tale settore ha fatto registrare segni di forte crisi. Il numero di attivitàcommerciali, molte delle quali storiche, che, dopo essere passate di generazione in generazione, hanno chiuso o si sono trasferite, è lievitato col passare del tempo. Mentre, al loro posto, sono spuntate come funghi attivitàlegate ai pubblici esercizi, principalmente bar, ristoranti e paninoteche. Lâultimo negozio che proprio in questi giorni mostra le saracinesche abbassate è quello di unâaltra storica attivitàdi accessori, molto conosciuta, posta nel cuore dellâisola pedonale di via Scarlatti. In verità, dal momento che le insegne sono ancora al loro posto, in mancanza di notizie certe, non si comprende ancora bene se si tratti di una chiusura temporanea, in attesa di una nuova riapertura con lo stesso marchio e prodotti, o se invece tale chiusura sia da porre in relazione con un vero e proprio cambio di attivitàe di gestione. Lâunica cosa certa è che coloro che abitualmente, da diversi lustri, frequentavano questo esercizio commerciale per i loro acquisti, sono rimasti non poco meravigliati nel trovare le saracinesche abbassate, peraltro, a pochi giorni dallâapertura della stagione dei saldi e dallâEpifania âÂÂ.
â Comunque passando ad un analisi generale dei mutamenti che stanno avvenendo nel terziario commerciale al Vomero â puntualizza Capodanno â occorre anche considerare che il Vomero era, e oggi non lo è più, un fondamentale punto di riferimento commerciale anche per chi veniva da altre zone della Cittàe dai Comuni della Provincia. In verità, il quartiere collinare, negli ultimi dieci anni, ha dovuto fare i conti con lâÂÂaggravamento dei problemi legati alla viabilità, determinati, tra lâÂÂaltro, dallâÂÂadozione di alcuni provvedimenti di pedonalizzazione, tra i quali quelli di alcuni tratti di via Scarlatti e di via Luca Giordano, non accompagnati dalla contestuale creazione di infrastrutture, come parcheggi pubblici. Tutto ciò, in uno alle ben note carenze nel sistema del trasporto pubblico cittadino, ha notevolmente contribuito ad allontanare i potenziali consumatori che un tempo raggiungevano il quartiere anche con la propria autovettura e che ora devono fare i conti con i prezzi stellari dei pochi parcheggi privati, dal momento che glâÂÂinsufficienti stalli delle strisce blu, che peraltro hanno ridotto lâÂÂampiezza delle giàstriminzite carreggiate, sono per lo più occupati dalle auto dei residenti âÂÂ.
â A questo punto â sottolinea Capodanno â il Vomero si è pian piano uniformato agli altri quartieri cittadini. Non câÂÂè più lâÂÂartigianato, scomparse in parte anche le attivitàculturali e dello spettacolo, con la chiusura di alcune importanti librerie e di diverse sale cinematografiche. Infine, sul piano turistico, non si è mai data pratica attuazione a iniziative tese al rilancio di siti che, sulla carta, rappresentano dei notevoli attrattori, come San Martino e la villa Floridiana, con gli annessi musei âÂÂ.
â Inoltre â ricorda Capodanno â la politica portata innanzi dallâÂÂamministrazione comunale negli ultimi due lustri, al Vomero ha palesemente favorito lâÂÂambulantato e, più in generale, le attivitàcommerciali non a posto fisso, come è accaduto anche in questo Natale con le cosiddette fiere natalizie, che hanno comportato la concessione provvisoria di autorizzazioni per ben 113 stalli, con altrettante attività, alcune delle quali poste in strade dove vi è una forte presenza di negozi, come in via Luca Giordano, destando peraltro le giuste quanto inascoltate proteste dei commercianti, per la presenza di gazebo posti dinanzi alle proprie vetrine. Attività, quello dellâambulantato, che risultano fortemente concorrenziali rispetto al commercio stanziale, anche perché hanno costi di gestione nettamente inferiori, col risultato che possono vendere gli stessi prodotti a prezzi decisamente concorrenziali e più appetibili per gli acquirenti, alla perenne ricerca del risparmio âÂÂ.
â Eppure â conclude Capodanno â basterebbe poco per cercare di arginare questa vera e propria ecatombe di esercizi commerciali al Vomero, molti dei quali storici. Infatti, seppure al momento appare per lo più rimasta sulla carta, nel 2014 è stata varata una legge regionale, la n. 11, per la valorizzazione degli esercizi e le botteghe storiche della Campania che avrebbe dovuto, seppure con notevole ritardo, allineare la nostra regione alle altre, dove tale normativa è presente da lustri. Ma, dallâelenco aggiornato al 30 agosto 2017, pubblicato al sito http://regione.campania.it/assets/documents/elenco-negozi-locali-botteghe-storiche-30-08-2017.pdf
Un altro uomo lasciato solo a morire in carcere: V.B., 53 anni, si è tolto… Leggi tutto
Approvata la proposta che apre la strada a un terzo mandato per Vincenzo De Luca.… Leggi tutto
Napoli. Nella mattinata odierna, la Polizia di Stato ha tratto in arresto un 47enne napoletano… Leggi tutto
E' un rampollo del clan Aprea di Barra con la mamma in carcere e lui… Leggi tutto
Lo scorso gennaio, un bellissimo esemplare di cicogna nera (Ciconia nigra), una specie migratrice a… Leggi tutto
Valencia. "Quel parcheggio è un cimitero": la drammatica testimonianza dei sommozzatori che hanno esplorato le… Leggi tutto