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Consip, Colangelo: ‘Woodcock non ha mai violato il riserbo’

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Consip: Colangelo, ‘Woodcock mai violato riserbo’. Ex procuratore a pg Cassazione. “Nessuna tensione Napoli-Roma”. “Sino a quando sono stato procuratore della Repubblica di Napoli posso dire che non vi sono state violazioni del dovere di riserbo da parte del dott. Woodcock con la stampa”. E’ quanto sottolinea Giovanni Colangelo, procuratore della Repubblica di Napoli fino al febbraio dello scorso anno quando ando’ in pensione, nel verbale di interrogatorio reso il 19 settembre 2017 in qualita’ di persona informata sui fatti al pg della Cassazione, nell’ambito del procedimento disciplinare avviato nei confronti del sostituto della Dda di Napoli Henry John Woodcock. Colangelo ha diretto l’ufficio della procura partenopea durante le indagini sul caso Consip e gli appalti Romeo, inchiesta poi trasferita in massima parte a Roma per competenza territoriale. “Sino a quando ho svolto le funzioni di procuratore della Repubblica di Napoli – ha affermato Colangelo – non vi e’ stata alcuna tensione tra le procure di Napoli e Roma, avendo tra l’altro personalmente e quotidianamente mantenuto i contatti con il collega Pignatone”. “Non mi e’ mai capitato – ha precisato poi l’ex procuratore di Napoli – di dover intervenire criticamente con il dott. Woodcock per specifici fatti inerenti i suoi rapporti con i giornalisti”.

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Nell’interrogatorio si e’ fatto poi riferimento alla posizione di Tiziano Renzi, padre dell’ex premier, nell’indagine Consip. “Verso la meta’ di novembre 2016 – ha detto Colangelo – Woodcock mi parlo’ della necessita’ di chiedere l’autorizzazione al gip di intercettazioni collegate al reato di 416 c.p., delegai la verifica dei presupposti della richiesta agli aggiunti della Dda. La richiesta venne depositata e il giorno dopo il gip autorizzo’ le intercettazioni”. “Subito dopo – ha aggiunto – Woodcock con altro collega mi aggiorno’ dell’avvenuta autorizzazione e mi rappresento’ i problemi pratici collegati alla esecuzione del provvedimento del gip. Eravamo ormai in prossimita’ del referendum costituzionale e ci rendevamo conto della estrema delicatezza della situazione, che poteva avere delle ricadute importanti sulla consultazione elettorale. Dissi a Woodcock di agire con estrema cautela, di verificare bene quali fossero gli esecutori del decreto, al fine di evitare in radice anche la sola possibilita’ di una fuga di notizia”. Colangelo ha ricordato di aver detto a Woodcock “di sollecitare quanto prima una informativa della polizia giudiziaria al fine di meglio definire la posizione di tutte le persone coinvolte. Mi risulta – ha sottolineato – che tale informativa fu piu’ volte sollecitata e alla fine fu depositata nel gennaio 2017 dopo la trasmissione di una parte degli atti processuali a Roma. Uno o due giorni dopo Woodcock venne da me dicendomi di voler acquisire documentazione e rinviare l’esecuzione delle intercettazioni a data successiva al referendum”.

Colangelo ha anche evidenziato che l’indagine Consip “in realta’ nasce da una indagine riguardante appalti presso l’ospedale Cardarelli nei quali si rilevava la presenza di soggetti legati alla criminalita’ organizzata”. Proprio per tale motivo il procuratore segui’ il principio che era solito seguire per indagini analoghe ovvero: fino a quando tra i reati contro la pubblica amministrazione e i reati ”propriamente di criminalita’ organizzata” si poneva un rapporto se non di connessione quantomeno di collegamento investigativo, i reati dovevano essere trattati unitariamente dalla Dda e, specificamente, dal magistrato assegnatario.


Articolo pubblicato il giorno 10 Gennaio 2018 - 20:25


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