Castellammare di Stabia. Un raid punitivo per ‘lavare l’onta’ di aver picchiato uno di famiglia al grido di ‘sparalo, sparola a questo infame’. Una lite tra giovani che, successivamente, diventa il rito di iniziazione per un minore che deve sparare al suo aggressore. Un rito al quale partecipano padri, madri, cugini e fratelli. E’ tutto documentato dalle telecamere di videosorveglianza quello che è accaduto la sera del 10 dicembre del 2016 sfociato nella gambizzazione di un giovane e che ha portato all’arresto di sei persone: sei maggiorenni (per i due minori coinvolti procede la Procura minorile di Napoli). Si chiamano ‘Fontana’ e sono una famiglia che assomiglia ad un clan vero e proprio. La loro roccaforte è la zona dell’Acqua della Madonna a Castellammare di Stabia. Genitori che aiutano i minori a procurarsi pistole e bastoni e figli, fratelli e cugini che partecipano al raid armato. Stamane i sei arresti eseguiti dagli agenti del commissariato di Castellammare di Stabia, per ordine del Gip Giovanni De Angelis del Tribunale di Torre Annunziata. In carcere con l’accusa di porto e detenzione di armi (revolver a canna lunga e pistola semiautomatica) e lesioni gravissime sono finiti i fratelli Catello, Patrice Giovanni e Francesco (detto ‘o chicco), rispettivamente di 58, 51 e 50 anni, tutti con numerosi precedenti penali alle spalle; i cugini ventenni Alfonso Fontana e Vincenzo Lucarelli e Ciro Fontana 26 anni, figlio di Catello. I due minori sono G. figlio di Catello Fontana e fratello di Ciro e P. G. L., figlio di una sorella Fontana, Laura e fratello di Vincenzo Lucarelli. I due minori sono stati trasferiti in Comunità dopo l’esecuzione del provvedimento del Tribunale per i minori. I rapporti di parentela sono stati determinanti per scoprire i responsabili del raid punitivo messo a segno la sera del 10 dicembre del 2016 davanti al bar 82 in corso Alcide De Gasperi, pieno centro cittadino a pochi passi dalla villa comunale di Castellammare di Stabia. La vittima è un giovane, Gaetano Cavallaro, arrivato poco prima della mezzanotte all’ospedale San Leonardo con ferite di pistola alle gambe. Ad accompagnarlo sanguinante alcuni passanti che verso le 23,45 di quella sera erano nei pressi del bar movida stabiese. Il ferito fornisce poche indicazioni su quello che è accaduto, sostiene di essere stato avvicinato da un giovane armato di pistola che prima gli ha puntato l’arma al volto e al petto, poi ha avuto un attimo di esitazione, fino a quando un altro giovane lo ha incitato ‘sparalo, sparalo a questo infame’ e allora il clic e lo sparo alle gambe. Il gruppo era arrivato al Bar 82 in sella a tre scooter. Un’ora prima vittima e aspirante killer avevano litigato in villa comunale. G. F. aveva avuto la peggio e Gaetano Cavallaro nella contesa aveva tentato di fare da paciere e dunque doveva essere punito. Un’ora dopo quella lite avvenuta nei pressi della cassa armonica, gli otto che partecipano al raid, si armano – con l’aiuto delle donne di famiglia – e partono alla ricerca dell’infame’.
Rosaria Federico
Articolo pubblicato il giorno 12 Gennaio 2018 - 13:20