Camorra, blitz Squadra Mobile Napoli: in manette sei persone appartenenti ad un clan a Soccavo. Alle prime luci del giorno la Squadra Mobile di Napoli ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice distrettuale per le Indagini Preliminari del Tribunale di Napoli su richiesta locale Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di sei soggetti appartenenti ad un clan camorristico operante nel quartiere Soccavo, responsabili di un’azione estorsiva aggravata ai danni dei titolari di una ditta di panificazione.
Sono considerati appartenenti al clan di camorra dei Vigilia, attivo nel quartiere Soccavo, area occidentale di Napoli, le 6 persone raggiunte da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip di Napoli su richiesta della Dda partenopea ed eseguita alle prime luci dell’alba dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Napoli con la collaborazione del Commissariato San Paolo. I 6 indagati sono ritenuti responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, i titolari di una ditta di panificazione di Soccavo subivano da circa 2 anni continue vessazioni e tentativi di estorsione da parte del gruppo criminale, culminati, dopo che gli imprenditori si erano rifiutati di consegnare l’ennesima tangente, nella minaccia di far esplodere i punti vendita aziendali.
Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state eseguite stamattina dalla Squadra Mobile di NAPOLI, con la collaborazione del Commissariato di Polizia San Paolo, a carico di Pasquale Vigilia, Cristian Monaco, Luigi Testa, Francesco Allegretti, Antonio Divano, Giuseppe Mazziotti , appartenenti al clan di camorra dei Vigilia di Soccavo, ritenuti responsabili di estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Le indagini, coordinate dalla locale Direzione Distrettuale Antimafia, hanno documentato piu’ condotte estorsive messe in atto, dal 2015 al 2017, dal gruppo malavitoso che fa capo a Pasquale Vigilia, ai danni dei titolari della ditta del Quartiere Soccavo. Vivendo nello stesso quartiere, le intimidazioni avvenivano ovunque: presso le abitazioni degli imprenditori, ma anche in strada o nei punti vendita.
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