Baby gang a Napoli: arriva l’ennesima svolta. Le serrate indagini della Polizia di Stato, avviate subito dopo il ferimento di un sedicenne nei pressi della stazione metropolitana “Policlinico”, hanno consentito di stringere il cerchio ed identificare l’intera baby gang, tutti responsabili dei reati, in concorso tra loro, di lesioni aggravate.Gli agenti del Commissariato di Polizia “Arenella”, coordinati dalla Procura della Repubblica, presso il Tribunale dei Minorenni, dopo aver denunciato un quindicenne C.M. ed un sedicenne G.S.O.R., nella serata di ieri, hanno denunciato altri due giovani, entrambi sedicenni, E.V. e G.G., rispettivamente, residenti nel quartiere Chiaiano e nel Comune di Marano di Napoli.I poliziotti, grazie alle immagini estrapolate dal sistema di videosorveglianza, hanno potuto accertare che, a sferrare il pugno al volto è stato G.S.O.R. mentre il più giovane del gruppo, C.M., lo spalleggiava dopo essersi sfilato dal polso l’orologio in acciaio, con il cinturino collocato a mò di tirapugni, col chiaro intento di essere pronto ad intervenire per arrecare gravi lesioni.
“Credo che i ragazzi siano spaventati ed e’ giusto che lo siano. Il nostro contributo deve essere anche quello di superare la fase della paura e far capire loro che con la paura non si riesce a sconfiggere alcun fenomeno”. Giuseppe Cimmarotta, sostituto procuratore della Dda di Napoli, presidente della Giunta distrettuale dell’Anm, ha spiegato, nel corso di un incontro con i ragazzi del Liceo Cuoco, la scuola di Arturo, accoltellato una settimana prima di Natale, che il fenomeno della violenza giovanile, delle baby gang, “e’ piu’ ampio e complesso, non si tratta solo di criminalita’ organizzata”. L’ipotesi che gli aggressori del diciassettenne abbiano accoltellato Arturo come ‘rito’ di iniziazione alla malavita “potrebbe anche essere una ipotesi”. “Ma premetto che non mi occupo io delle indagini e soprattutto ritengo che agli inquirenti vadano concessi tutti gli strumenti per approfondire perche’ se gli investigatori non li hanno a disposizione, il risultato sara’ monco”. La partecipazione di Cimmarotta e della Giunta distrettuale dell’Anm, e’ “il segno tangibile di un impegno a sostegno delle scuole, di un progetto piu’ ampio di legalita'”. “E’ giusto che i ragazzi sappiano come funziona attualmente il sistema della giustizia, come si snoda attraverso le varie fasi processuali – ha concluso – Cerchiamo di soddisfare le loro curiosita’, non abbiamo ricette magiche, non veniamo a proporre soluzioni definitive, ma e’ importante che ci sia questo confronto”.
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