Baby calciatore ridotto in fin di vita da una pallottola vagante alla vigilia di Natale a Parete in provincia di Caserta: vicina la svolta nelle indagini. Gli investigatori con un lavoro certosino infatti stanno individuando tutte le persone che nell’immediatezza dell’orario degli spari avevano agganciato con la propria cella telefonica il ripetitore della telefonia mobile che si trova nel campo di via Vicinale da dove sarebbero partiti i colpi.
Le indagini sono partite da Vincenzo Russo, titolare di un’agenzia di onoranze funebri a Parete. È lui il proprietario del terreno incolto di via Vicinale Vecchia da sarebbe partito il colpo che ha attraversato il cervello del baby calciatore. È stato interrogato per due volte e ha subito due perquisizioni: il 25 e il 31 dicembre 2017. Qualche giorno fa è stato ascoltato di nuovo dagli inquirenti per fornire nuove informazioni. Via Vicinale Vecchia è, infatti, la strada parallela a via Vittorio Emanuele, il corso dove Luigi è stato raggiunto da un proiettile. Russo – va precisato subito – non è iscritto nel registro degli indagati e non ha il porto d’armi, ma per due volte ha ricevuto la visita dei carabinieri, su mandato della Procura di Napoli nord, retta da Francesco Greco. È il nipote di un altro imprenditore che un anno fa si vide esplodere una bomba davanti al suo esercizio commerciale. Intimidazione camorristica, quella del gennaio 2017. Gli inquirenti hanno individuato la traiettoria del colpo di pistola esploso, probabilmente, dal terreno di Russo, a un passo dal confine con Lusciano. Proprio lì è stato installato, qualche anno fa, un ripetitore di telefonia mobile; subito dietro c’è un fondo con degli alberi che «sfocia» nel territorio di Lusciano. Un anno fa, in quella zona, una donna denunciò ai carabinieri di aver subito un danno da un colpo di pistola che aveva ridotto in frantumi il vetro di una finestra. La mattina del 24 dicembre scorso, come ricostruisce Il Mattino, qualcuno avrebbe esploso tre proiettili di una calibro 9 proprio lì, in campagna. A spiegarlo, non è un testimone, ma la balistica.
Stando al perito tecnico Claudio De Matthaeis, nominato dalla Procura di Napoli nord, il proiettile avrebbe seguito la traiettoria del “tiro utile”, scelto dal pistolero, che quel giorno probabilmente ha deciso di provare la sua pistola, per circa cinquanta metri, mentre per 800 metri avrebbe seguito la strada della “gittata”, in discesa. Ed ecco tracciato il percorso del proiettile. Ora, gli inquirenti, stanno cercando di chiudere il cerchio utilizzando le celle telefoniche. I carabinieri hanno stilato l’elenco di tutti i titolari dei numeri telefonici che nel raggio di cento metri si trovavano nei pressi del campo di via Vicinale. In questa lista c’è anche il nome di colui che ha fatto fuoco. Gli inquirenti, però, non abbandonano la pista dell’auto in corsa su via Vittorio Emanuele: è stato di nuovo visionato il video fornito dal titolare del bar Centrale, alla ricerca di qualche particolare in più.
Il baby calciatore di Parete, Luigi Pellegrino, ferito da una pallottola vagante alla vigilia di Natale è ancora in coma farmacologico. Ieri davanti alle telecamere Mediaset e poi in diretta con “Chi l’ha visto?”, i familiari del ragazzino hanno chiesto giustizia per una tragedia ancora impunita. Hanno ripetuto e lanciato un appello a tutti i cittadini onesti di Parete “Chi sa qualcosa deve parlare”. Chiedono che si facciano avanti coloro che hanno visto o sentito qualcosa quel maledetto pomeriggio. In modo da aiutare gli investigatori nelle indagini. Intanto, purtroppo, le condizioni del 14enne ricoverato all’ospedale di Caserta sono ancora gravi. Il giovane baby calciatore ha ancora febbre dovuta probabilmente alla grave lesione alla testa procurata dal proiettile calibro nove che lo ha ferito alla testa. Luigi deve quindi essere ancora tenuto in stato di sedazione e si allungano i tempi per il risveglio dal coma farmacologico.
Articolo pubblicato il giorno 11 Gennaio 2018 - 08:37