Salerno. Le organizzazioni criminali cambiano pelle e accanto ai ‘tradizionali’ traffici di droga hanno messo a punto nuove e più incisive tecniche di penetrazione nel tessuto socio-economico, politico ed imprenditoriale della provincia di Salerno e in particolare dell’Agro nocerino Sarnese. Nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario di Salerno a cura della presidente della Corte d’Appello, Iside Russo, si analizza il nuovo aspetto inquietante della criminalità organizzata anche alla luce di alcuni dati: lo scioglimento per infiltrazioni mafiose del consiglio comunale di Scafati; la permeabilità della camorra napoletana e casertana che ‘costituisce una costante nelle investigazioni tuttora in corso’; la gestione del ciclo dei rifiuti da parte di alcuni comuni della provincia ed i rapporti tra imprenditori salernitani e personaggi ritenuti collegati alla camorra casertana. Dati inquietanti sottolineati dal Procuratore della Repubblica, Corrado Lembo che ha puntalizzato: “Tale capacità di penetrazione si è manifestata in nuove, insidiosissime forme non solo in alcuni comuni dell’Agro nocerino sarnese, nei quali ripetutamente, nel passato recente e remoto, sono state accertate forme estese di condizionamento criminale all’interno della stessa compagine politico- amministrativa comunale, ma anche nello stesso territorio del capoluogo nel quale, addirittura, è emerso il sistematico coinvolgimento di esponenti della criminalità organizzata locale nella stessa gestione di alcuni, tra i più importanti, enti territoriali locali”. Aumentano, infatti, i procedimenti iscritti dalla procura distrettuale, da 488 a 502. Nella relazione sono definite “inquietanti” le vicende relative allo scioglimento del comune di Scafati e le minacce e le pressioni subite, nel maggio 2016, da un consigliere comunale di maggioranza di Pontecagnano Faiano (procedimento già in fase dibattimentale) da parte di uno dei principali esponenti del clan camorristico Pecoraro.
Altro dato saliente riguarda le richieste cautelari complessivamente avanzate nel corso del 2017, 230 richieste di applicazione o modifica della custodia cautelare in carcere per 647 persone (di cui 54 procedimenti Dda riferite a 327 persone e 101 richieste di applicazione o modifica della custodia cautelare domiciliare o in luogo di cura per 209 persone (di cui 6 procedimenti Dda per 27 persone). Una criminalità che non si ferma, ma sulla quale vigila la magistratura.
Articolo pubblicato il giorno 27 Gennaio 2018 - 19:38