Traffico di stupefacenti, arrestato a Campagna in provincia di Salerno un latitante della ‘ndrangheta, ritenuto affiliato al clan Pesce di Rosarno. All’alba di oggi, lungo la S.S. 91, i Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Salerno e della Compagnia di Eboli, con il supporto aereo del 7° Nucleo Elicotteri di Pontecagnano Faiano, hanno arrestato Domenico Pepè, 62 anni, di Rosarno in provincia di Reggio Calabria e denunciato per favoreggiamento P.G. 48 anni anch’egli di Rosarno. L’uomo era in un agriturismo, una passione che lo ha ‘incastrato’ per la seconda volta, visto che nel 2014 fu arrestato dai finanzieri in una struttura agrituristica di Castrovillari.
Al primo è stata notificata un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Reggio Calabria – Sezione Riesame del 30novembre scorso, a seguito di rigetto di ricorso da parte della Corte di Cassazione avverso una precedente ordinanza del 23 luglio del 2016 dello stesso Tribunale, su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia – poiché indagato per associazione finalizzata al traffico internazionale di sostanze stupefacenti.
L’altro soggetto è stato denunciato per favoreggiamento personale per aver agevolato la fuga di Pepè.
Quest’ultimo è stato localizzato dai militari in un agriturismo della zona, dove si era presentato con documenti falsi. Si era reso irreperibile dal novembre scorso, quando era stato emesso il provvedimento restrittivo, scaturito da una complessa indagine condotta originariamente dai Carabinieri del Ros e del Nucleo Investigativo di Reggio Calabria, tesa a contrastare un traffico di ingenti quantitativi di cocaina, approvvigionata nella Repubblica Dominicana e in Perù da parte del clan della ‘ndrangheta riconducibile alla famiglia Pesce di Rosarno. In particolare, Pepè avrebbe ricoperto il ruolo di organizzatore e finanziatore del traffico ed avrebbe avuto direttamente i contatti con i fornitori esteri.
L’uomo è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Salerno a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.
La latitanza non era una condizione nuova per Pepè, soprannominato Zio Mimmo, già nel 2014 si era dato alla fuga per non essere arrestato.
Fu preso dai finanzieri della compagnia di Castrovillari, dopo una fuga di circa sei mesi. Secondo gli inquirenti Pepè è un affiliato alle cosche di ‘ndrangheta Piromalli/Pesce. Pepè, in passato, era stato coinvolto nella vicenda dell’estorsione ai danni della Medcenter Container Terminal S.p.a., società che gestisce lo scalo merci del porto di Gioia Tauro. Anche in quel caso Pepè si trovava in un agriturismo di Castrovillari.
nella foto Domenico Pepè arrestato dai finanzieri a Castrovillari nel 2014
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