Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano, in provincia di Napoli, suicida dopo la diffusione sul web di suoi video hard, non e’ stata istigata da qualcuno a compiere il gesto estreno. O meglio, non ci sono prove e per questo il giudice per le indagini preliminari di Napoli Nord ha archiviato l’inchiesta aperta contro ignoti per istigazione al suicidio. La ragazza fu trovata senza vita, con un foulard al collo, nella sua casa il 13 settembre 2016. Non aveva retto all’onta provocata dai filmati hot che aveva girato con il suo ex fidanzato e che erano stati pubblicati in rete. Migliaia di visualizzazioni e altrettanti commenti oltraggiosi, che poi si sono continuati anche dopo la sua tragica fine.
La 31enne di Mugnano aveva chiesto anche al giudice il diritto all’oblio e il cambio del nome, ma a nulla era servito. La goccia che fece traboccare il vaso, cosi’ come ha sempre raccontato la mamma, era stata la sentenza che la condannava alle spese processuali per una causa civile intentata contro i colossi del web Facebook, Google e Youtube che avevano rilanciato i suoi video in diversi link, molti dei quali non erano stati prontamente rimossi. Nel fascicolo aperto dalla procura di Napoli Nord ad Aversa non c’era nessun iscritto, anche se non meno di 20 persone informate sui fatti erano state citate. Alla fine, il pm Rossana Esposito ha deciso di chiedere l’archiviazione. Sono stati invece prosciolti i cinque ragazzi che erano stati accusati da Tiziana di aver diffuso in rete i video che da lei stessa erano stati girati via chat. Il giudice ha stabilito invece che il fidanzato Sergio Di Paolo dovesse essere incriminato per calunnia, in quanto, sarebbe stato proprio lui a convincere Tiziana ad accusare i cinque ragazzi.
Articolo pubblicato il giorno 13 Dicembre 2017 - 19:34