Salerno. Il giudice Mario Pagano, già magistrato del Tribunale di Salerno, attualmente in servizio presso il Tribunale di Reggio Calabria, è agli arresti domiciliari al termine di indagini disposte e coordinate dalla Procura di Napoli perché “si sarebbe adoperato nel tempo per favorire imprenditori ai quali era legato da consolidati rapporti di amicizia, trattando cause riferibili a tali amici con esito favorevole per questi ultimi” e “ricevendo dagli imprenditori utilità varie”. In seguito alle indagini disposte e coordinate dalla procura della Repubblica di Napoli, il gip ha adottato sette ordinanze cautelari eseguite oggi, di cui due applicative degli arresti domiciliari, quattro del divieto di dimora e una dell’obbligo di dimora. Le indagini condotte dalla squadra mobile di Napoli e dal nucleo di polizia tributaria della Guardia di Finanza partenopea, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di una pluralità di indagati, per cui il gip ha disposto la misura dei domiciliari nei confronti del giudice Mario Pagano, già magistrato il tribunale di Salerno e del funzionario giudiziario Domenico Nicola Montone, quella del divieto di dimora nei confronti degli imprenditori Luigi Celestre Angrisani, Riccardo De Falco, Giovanni Di Giura e Roberto Leone, ed infine quella dell’obbligo di dimora nel comune di residenza nei confronti del consulente fiscale Lucci Antonio. Nell’ordinanza cautelare infatti è descritto il quadro indiziario relativo alle condotte del giudice Mario Pagano che si sarebbe adoperato per favorire imprenditori ai quali era legato da rapporti di amicizia, trattando cause civili riferibili agli amici con esito favorevole per questi ultimi, omettendo di astenersi nonostante lo specifico obbligo imposto dalla legge e, prima ancora, adoperandosi perché tali cause venissero assegnati a lui. In cambio di tali condotte, il giudice Pagano avrebbe ricevuto dagli imprenditori utilità , consistenti in molti casi nella corresponsione di somme indebite di denaro a beneficio della società sportiva Polisportiva Lucchese, di cui il dottor Pagano era direttamente responsabile e, in altri casi, in forniture varie come cucine, impianti di climatizzazione a beneficio di un agriturismo a Roccapimonte riferibile allo stesso magistrato, come titolare di fatto della società Eremo, proprietaria della struttura, e a componenti del suo nucleo familiare. I reati ricostruiti nell’ordinanza firmata dal procuratore della Repubblica aggiunto, Alfonso D’Avino, sono di corruzione in atti giudiziari, contestando al dott. Mario Pagano, all’imprenditore Luigi Angrisani Celestre, titolare di fatto della casa di cura Angrisani-villa dei Fiori di Nocera Inferiore, che avrebbe corrisposto somme di denaro per un totale di 65.000 € a beneficio della Rocchese, oltre ad un orologio dal valore di 20.000 € ed avrebbe anche provveduto ad assumere, presso la struttura sanitaria, diverse persone segnalate dal magistrato; corruzione in atti giudiziari contestata al dottor Mario Pagano e agli imprenditori Riccardo De Falco e Giovanni Di Giura, titolari delle case di cura villa Silvia da Roccapiemonte e Materdonini, i quali avrebbero corrisposto somme di denaro per un totale di € 40.000 a beneficio della Rocchese; corruzione in atti giudiziari contestata sempre al Dottor Mario Pagano e l’imprenditore Roberto Leone, titolare della società Royal Trophy, il quale avrebbe corrisposto in più occasioni forniture gratuite di materiale sportivo a beneficio della Rocchese; truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubblica, contestata tra gli altri il dottor Pagano, a Nicola Montone, al consulente fiscale Antonio Piluso, avente ad oggetto un finanziamento regionale di € 300.000 beneficio della società cooperativa Eremo in vista della realizzazione di un agriturismo a Roccapiemonte, ottenuto attraverso una serie artificiose di operazioni fittizie, realizzate, mediante l’apparente costituzione di capitale sociale e per un attraverso false fatture che provano l’acquisto di materiali attrezzature varie il tutto grazie al coinvolgimento di altre persone; falso in atto pubblico contestato sempre a al Dottor Pagano, al consulente fiscale Antonio Piluso, relativo alla realizzazione di una falsa denuncia di smarrimento di assegni apparentemente utilizzati per la costruzione del capitale sociale della Eremo e finalizzata alla truffa aggravata. E, corruzione in atti giudiziari contestata Dottor Pagano, al consulente fiscale Piluso Antonio che, in cambio di favori assicurati dal giudice nella gestione di alcune cause a lui riferibili, avrebbe prestato gratuitamente la prova attività professionale e avrebbe preso parte al giro di false fatture finalizzata alla truffa aggravata; tre episodi di corruzione in atti giudiziari contestati al Dottor Pagano in relazione a favoritismi nella gestione di cause riferibili alla società ‘plus gioco legale limited’, Sakar forni e Termoidris, il cui titolare in cambio di favoritismi della gestione delle cause in cui erano interessate le rispettive società, avrebbe assicurato: il primo, la corresponsione di un contributo in denaro a favore della Lucchese e anche L’emissione di fatture per operazioni inesistenti di circa 200.000 € per la realizzazione della truffa gravata; il secondo, la mancata esatta esazione del credito per la fornitura di cucine alla cooperativa Eremo; il terzo, la progettazione dell’impianto di climatizzazione della cucina allestita presso l’agriturismo della Eremo; infine associazione per delinquere contestato tra gli altri al giudice Mario Pagano e al funzionario giudiziario Domenico Nicola Montone e a Antonio Peluso finalizzata alla commissione di una pluralità di reati, tra cui corruzione in atti giudiziari, abuso d’ufficio, rivelazione di segreti d’ufficio, millantato credito, traffico di influenze illecite, accesso abusivo a sistema informatico, truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. Contestualmente le misure cautelari personali il gip ha disposto il sequestro preventivo diretto nei confronti del giudice Mario Pagano di circa 500.000 €, somma corrispondente al totale delle erogazioni effettuate nel tempo dagli imprenditori per le attività corruttive all’ammontare dei finanziamenti indebitamente percepiti dalla Eremo grazie all’attività truffaldine posta in essere dal magistrato. Le indagini proseguono anche al fine di verificare degli altri elementi.
Pagano è stato trasferito a Reggio Calabria nel settembre 2016, per decisione del Csm per incompatibilità ambientale. Su di lui il Csm aveva aperto un fascicolo nell’aprile del 2016. Attualmente Pagano è in servizio alla seconda seziona civile del tribunale di Reggio Calabria. L’inchiesta scoppiò ad aprile dello scorso anno quando gli agenti della Squadra Mobile effettuarono numerose perquisizioni nell’ambito dell’inchiesta. Il fascicolo, nato da un’inchiesta giudiziaria su matrimoni fasulli aperta dalla Procura di Nocera Inferiore, fu trasferita per competenza a Napoli.
Articolo pubblicato il giorno 11 Dicembre 2017 - 19:23