Secondo la magistratura, il quarantottenne istruttore di nuoto, aveva abusato di una allieva appena quattordicenne ed è stato condannato a quattro anni di reclusione dal giudice Fabrizio Finamore del tribunale di Napoli nord. Giuseppe Capasso, da tutti conosciuto come Pino, è l’ex istruttore di nuoto della piscina polisportiva Sant’Antimo e avrebbe violentato la giovane atleta negli spogliatoi prima e dopo gli allenamenti, ma anche durante le trasferte per le gare in vasca, sia in Italia che all’estero.
Il giudice lo ha condannato a quattro anni, a fronte di una richiesta di dieci anni da parte del pubblico ministero della procura di Napoli nord, diretta da Francesco Greco. La giovanissima vittima, napoletana e tesserata con il centro Polisportivo di Sant’Antimo, era finita al centro dell’attenzione del suo istruttore – sposato con prole -, per la qual cosa fu posto agli arresti domiciliari l’11 novembre del 2016 per abuso sessuale.
Dalle indagini era emerso che tra la nuotatrice e il tecnico sportivo era nata una storia d’amore, solo che lei era troppo piccola per lui.. A scoprire la “storia” erano stati i genitori di lei. I primi tentativi di avvicinamento si erano verificati dopo un allenamento. Una sera, negli spogliatoi vuoti i due si erano “accarezzati”, ma la piccola campionessa non aveva più potuto nascondere la storia e l’aveva raccontata, in lacrime, ai genitori. A novembre del 2016, l’arresto dell’istruttore che ha sempre negato le accuse. E ora è arrivata la condanna di primo grado.
Articolo pubblicato il giorno 20 Dicembre 2017 - 08:31