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Rosa Capuozzo, sindaco di Quarto ha ritirato tutte le deleghe degli assessori, lasciando la città senza un potere esecutivo. Un accenno di crisi si ebbe già tra settembre e ottobre quando gli assessori al bilancio e all’urbanistica si dimisero, ma con questa mossa si è arrivati al punto più alto delle difficoltà dela maggioranza. Ritiri fortemente voluti da uno dei cardini della maggioranza che sostiene il primo cittadino: Gabriele Di Criscio, «sponsor» dei due uomini di giunta andati via e mai sostituiti. Da quel momento sono iniziate lunghe ma infruttuose trattative per uscire dalla crisi. Di Criscio non ha mai nascosto le proprie mire: la sua nomina a vicesindaco e altri due assessorati. Rosa Capuozzo aveva anche raggiunto un accordo con ciò che rimaneva dell’opposizione, accettando l’ingresso in maggioranza di due consiglieri (Antonio Brescia e Francesco Passaro, che hanno anche ottenuto un assessore che di fatto ha potuto lavorare non più di mese) fino a quel momento quanto meno critici nei confronti dell’amministrazione.
Nonostante l’allargamento della base in consiglio comunale, le poltrone rimaste vacanti non hanno mai visto nuovi nomi ad esse associate. Due lunghi mesi di stallo, dunque, per Rosa Capuozzo che però promette tempi strettissimi per la formazione del nuovo esecutivo, che ovviamente vedrà delle riconferme: «Al massimo entro questa settimana». Eppure, sono stati proprio i tempi lunghi per trovare i sostituti agli assessori dimissionari che man mano si sono succeduti, a caratterizzare i primi due anni e mezzo di questa consiliatura. Rosa Capuozzo, inoltre, esclude che tutto sia dovuto ai «numeri», a dover accontentare i vari componenti della maggioranza: «Non è una questione di deleghe, ma di competenze e persone legate ai progetti che stiamo portando avanti. Ora è arrivato il momento di mettere un punto e ricominciare daccapo perché si è perso troppo tempo. Bisognava chiudere la questione con una decisione tombale. Ci sono davanti importanti scadenze». Critiche sono arrivate dall’unico rappresentante dell’opposizione, Vincenzo Di Pinto del gruppo misto: «E’ una decisione tardiva ed inutile. Sa di accanimento terapeutico, che servirà solo ad andare avanti qualche altro mese tra accordi e inciuci vari».
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