“Per favore, date un po’ di speranza alle persone detenute e alle loro famiglie”. E’ quanto si legge in testa a una raccolta di lettere di Natale scritte da detenuti e pubblicate da Ristretti Orizzonti – Notiziario quotidiano dal carcere, inviate a Papa Francesco, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al ministro della Giustizia, Andrea Orlando. “Ci rivolgiamo a voi, alla vigilia di Natale per un motivo preciso – si legge – Il Consiglio dei Ministri ha appena approvato i decreti attuativi della legge delega sull’Ordinamento penitenziario, noi vi chiediamo di renderli pubblici prima di Natale, nella speranza che ci siano buone notizie in particolare per le famiglie delle persone detenute, quelle famiglie che ogni anno passano un brutto Natale per l’assenza di un padre, o di un figlio, o di un fratello rinchiusi in un carcere, e perché oggi la legge consente davvero pochissimi contatti fra loro e i loro cari”.
Un carcerato 28enne entrato in galera poco più che maggiorenne, chiede “Caro Presidente, mandami un po’ più vicino a casa”; “Serve un cambiamento forte nel modo di considerare i nostri affetti”, invita un ergastolano; “Mi manca il coraggio per dire a mia figlia anche questo Natale di non aspettarmi”, confida un ergastolano. Rivolgendosi al pontefice, all’unisono i detenuti scrivono: “A Papa Francesco, poi, che ha condannato con forza la pena che non prevede speranza, l’ergastolo, chiediamo di farsi ancora portavoce dei famigliari degli ergastolani, e di chiedere insieme a loro che questa pena disumana venga cancellata dalle nostre leggi, anche perché temiamo che nei decreti attuativi non ci sia nulla che accenda un po’ di speranza in chi sta scontando questa pena, le persone detenute, ma anche le loro famiglie, condannate a scontarla con loro. Quelle che seguono sono alcune ‘lettere di Natale’ di persone detenute e loro famigliari, con piccole e grandi richieste, alcune richieste che sarebbero realizzabili subito, altre che per ora restano solo sogni”.
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