Ultima volta in scena “L’ultimo scugnizzo di Raffaele Viviani” al Teatro Trianon di Napoli. Questo lo spettacolo che Nino D’Angelo ha scelto per le prossime festività. La prima – si fa per dire – proprio nel giorno di Natale, alle 21.00. A distanza di dieci anni dall’ultima volta, il cantante del popolo riveste i panni di ‘Ntonio Esposito, lo scugnizzo, che, nell’imminenza di diventare padre, sente la responsabilità di trovare un’occupazione qualsiasi pur di sposare la ragazza incinta e dare uno stato civile al bambino atteso. Per questo atteso spettacolo il teatro ha fissato un prezzo dei biglietti molto popolare per le rappresentazioni di dicembre. Inoltre, per far fronte ai maggiori problemi di mobilità del centro antico, tipici del periodo natalizio, mette a disposizione un servizio di navetta gratuito da e per il garage Quick parking san Francesco, nella piazza san Francesco di Paola dove aveva sede la Pretura, a ridosso di porta Capuana. Lo spettacolo è prodotto da Immaginando e Pragma, in collaborazione con la fondazione Campania dei festival, col cofinanziamento del Programma operativo complementare (Poc Campania 2014-2020).
“È particolarmente emozionante interpretare il personaggio dello scugnizzo Esposito nel teatro del popolo di Forcella, che si trova proprio a due passi dalla ruota degli esposti dell’Annunziata – spiega il ragazzo della curva sud – ma, per motivi anagrafici, visto che quest’anno ho festeggiato i miei sessant’anni, ho deciso che sarà l’ultima volta che lo porto in scena”. Questa commedia in tre atti debuttò il 16 dicembre 1932 al teatro Piccinni di Bari. L’autore interpretava il ruolo di ‘Ntonio, mentre la sorella Luisella quello di ‘Nnarella, la futura suocera dello scugnizzo. L’anno seguente lo spettacolo fu rappresentato prima al teatro Fiorentini di Napoli e poi a Milano. Del 1938 la riduzione cinematografica con la sceneggiatura di Gherardo Gherardi, la regia di Gennaro Righelli, sempre con Viviani nel ruolo del protagonista. Nel 1957 L’ultimo scugnizzo fu riproposto a teatro da Nino Taranto, con la regia di Vittorio Viviani. Da allora è stato più volte rappresentato nei teatri italiani. Due i temi, peraltro tipicamente vivianei, che caratterizzano questa commedia: la miseria e l’emarginazione. ” ‘Ntonio vuole cambiare vita, desidera abbandonare il suo passato precario, è deciso a superarlo, ma non a rifiutarlo; tenta di procacciarsi un lavoro onesto per vivere dignitosamente e per offrire al figlio, che sta per nascere, una famiglia e un’esistenza felice – spiega la storica del teatro Nunzia Acanfora -. Ma l’annuncio della morte del nascituro recide il filo della speranza e della rinascita di ‘Ntonio, che, nonostante si sforzi di inserirsi nel mondo del lavoro, comprende di essere diverso dagli altri e ricade nel suo ruolo di emarginato senza alcuna speranza di cambiamento: ecco che i concetti di scugnizzo, di emarginato e di povero si identificano”.
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