Ci sono quelle foto choc che lo inchiodano e stanno facendo il giro del web: F. C. ‘o nano, il ragazzino di 15anni arrestato per il concorso nel tentato omicidio del 17enne Arturo in via Foria, è ritratto sul suo profilo facebook mentre impugna una pistola e mima di fare fuoco. Impugnatura obliqua come nei serial di crime americani. In altre è alla guida di un gommone in mezzo al golfo di Napoli, altre ancora mentre fuma o gira su uno scooter senza il casco. Ma ci sono anche altri corredi di guerra, una foto con il tirapugni. E poi foto in cui si vede abbracciato ai suoi amici, tutti vestiti uguali, mentre passeggiano per il centro, per il Vomero, Posillipo o Chiaia. E’ lui, secondo gli investigatori, il capo del branco che ha quasi sgozzato Arturo in via Foria la sera del 18 dicembre senza un motivo apparente.
Mentre continua la caccia agli altri tre complici e il difficile lavoro di ricostruzione attraverso i filmati e le testimonianze da parte della polizia, il ragazzino continua a professarsi innocente e di essere stato in casa e di aver chattato con più persone e di essere poi stato in palestra. La mamma lo difende e sostiene il suo alibi: “Io posso testimoniare che al momento dell’aggressione lui era in casa con me, con mio cognato e suo figlio. L’ho già detto e sono pronta a confermarlo in tutte le sedi. Mio figlio era con me e con altre due persone che possono confermare la sua presenza in casa. Per questo è assolutamente impossibile che c’entri con questa storia. È uscito solo dopo le 18 per andare nella palestra del quartiere: fa sport come è giusto alla sua età”, ha dichiarato ai giornalisti che sono andati a trovarla nell’abitazione a poca distanza della Caserma Garibaldi. Ma il gip ritiene che sia lui il responsabile perché avrebbe tolto il giubbotto dopo il fatto così da non farsi intercettare dalle forze dell’ordine. Sono in corso anche per cercare di individuare il resto del branco che potrebbe nascondersi tra gli altri amici di Francesco che con lui sono immortalati in decine e decine di foto con commenti che non lasciano spazio all’immaginazione. Nel frattempo resta rinchiuso nel carcere minorile con l’accusa di tentato omicidio di Arturo.
La Procura dei Minori si prepara all’analisi tecnica del cellulare del ragazzo come chiesto dalla sua difesa. È stata fissata in questo senso un’udienza a porte chiuse, per un esame irripetibile: l’analisi dei contenuti del telefonino cellulare di F.C. per la “geolocalizzazione” dell’indagato, negli stessi istanti in cui Arturo veniva circondato e ferito da venti coltellate. Sarà necessaria la nomina di consulenti di parte, che dovranno confrontarsi sulla procedura finalizzata ad estrapolare dati, foto o chat ritenuti utili ai fini delle indagini.
A firmare la richiesta di analisi del cellulare, il pm Ettore La Ragione e la procuratrice dei Colli Aminei Maria De Luzenberger, che stanno coordinando il fascicolo sul caso dello studente 17enne vittima dell’aggressione.
Articolo pubblicato il giorno 29 Dicembre 2017 - 07:44