“L’ha ammazzato davanti a mia sorella, che era con il marito ed è scappata appena in tempo. A. mi ha detto che a sparare è stato Francesco Valentinelli, scappato poi su uno scooter che in strada dicevano fosse guidato dalla madre accorsa nel frattempo.
Valentinelli fa parte di una famiglia con la quale nonostante la stretta parentela da un anno circa litighiamo. Loro sono diventati violenti e anche mio padre 4 o mesi fa è stato ferito a una gamba a causa di questi contrasti”. E’ stata la cognata di Gennaro Verrano, come riporta Il Roma, a dare una svolta all’omicidio di Gennaro Verrano avvenuto in piazzetta Trinità degli Spagnoli ai Quartieri Spagnoli il 17 novembre scorso.
Poi ci sono le immagini dell’unica telecamera pubblica in zona che hanno immortalato i momenti salienti dell’agguato. Dalle immagini si vede Valentinelli sparare e addirittura inseguire il 38enne per esplodergli contro il colpo di grazia. Gennaro Verrano infatti, pur ferito, era riuscito a rialzarsi e stava cercando di mettersi in salvo per la stessa strada in cui si era allontanata la moglie. Ma l’obiettivo era lui, non la donna, e così il sicario lo finì lungo la strada.La cognata di Verrano ha anche parlato di un altro episodio che sarebbe avvenuto due o tre giorni prima dell’agguato mortale.
“Intorno alle 23 e 30 venivano sotto casa di mia nonna le donne di due famiglie in contrasto con noi. Avevano mazze e coltelli e inveivamo contro la nostra famiglia, dicendoci di andare via dai Quartieri, altrimenti ci avrebbero ammazzati. Insieme a loro c’era Francesco Valentinelli: aveva una pistola e gridava che avrebbe ucciso uno di noi”. Ieri Valentinelli è stato beccato dai carabinieri mentre cercava di allontanarsi dal rifugio di Giugliano insieme con due donne. Aveva le valigie e 4000 euro in contanti. Segno che stava per allontanarsi e cominciare la latitanza. Un omicidio ai margini della camorra, fatta di liti familiari comunque legate alla gestione di traffici illeciti nella zona dei Quartieri Spagnoli. Il giovane è il figlio di Angela Farelli nota a tutti nella zona come “biosche”.
“Nell’immediatezza del fatto – scrivono il procuratore aggiunto Rosa Volpe e il pm Maria Di Mauro nel decreto di fermo eseguito ieri – i carabinieri giunti in ospedale notavano una ragazza in lacrime che esclamava: Glielo dico io alle guardie chi è stato! Dovrà pagare per quello che ha fatto a mio cognato!, mentre i parenti a lei più vicini la invitavano a restare in silenzio…”.
Articolo pubblicato il giorno 1 Dicembre 2017 - 10:25