E’ morto nel carcere di Benevento dove era detenuto da circa 10 anni il giovane boss del clan D’Alessandro di Castellammare, Vincenzo Guerriero detto ‘o cane. Aveva 38 anni e stava scontando la pena dell’ergastolo come mandante dell’omicidio di Pietro Scelzo ucciso la sera del 18 novembre 2006 mentre rincasava nella zona di santa Caterina con le pizze calde da consumare con la famiglia. Guerriero all’epoca era considerato il reggente del clan D’Alessandro con la detenzione di tutti gli esponenti della famiglia di Scanzano.
Il giovane boss aveva deciso di uccidere Scelzo, ex affiliato ai D’Alessandro, in quanto quest’ultimo uscito di galera grazie all’indulto appena due mesi prima era passato tra le fila degli scissionisti di Santa Caterina insieme con gli ex cutoliani degli Scarpa-Omobono che si erano organizzati e avevano dichiarato guerra alla “famiglia” stabiese. Il giovane boss deceduto nel carcere di Benevento già allora era molto “attenzionato” dalle forze dell’ordine che gli avevano piazzato una cimice sotto il balcone di casa per controllare i suoi traffici di droga. Quella sera la cimice lo tradì perchè gli investigatori ascoltarono in diretta l’ordine di uccidere che Guerriero diede al killer, Pasquale Rapicano ‘ o capone.
Alla scena del delitto tra l’altro assistete da un balcone di fronte alla casa di Scelzo un giovane disabile, che poi si scoprì era un cugino di Guerriero, che alla vista del delitto si rivolse alla madre esclamando “ma’ ci sta ‘o muort nderr’. L’intercettazione e il racconto del ragazzo servirono a risolvere in breve tempo il delitto e portarono alla condanna all’ergastolo nel 2009 per Guerriero e Rapicano.
Rosaria Federico
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Articolo pubblicato il giorno 14 Dicembre 2017 - 21:59