In vista della notte dell’Immacolata la città di Castellammare di Stabia è blindata dalle forze dell’ordine per evitare che i tradizionali falò vengano accesi in strada. Ieri mattina altro maxi sequestro di legna, accantonata questa volta dai ragazzi del rione del Cantieri Metallurgici. Gli agenti di polizia hanno scovato 70 quintali di vecchi mobili, ceppi, cassette e travi, conservate sulla spiaggia, sopra una terrazza in cemento che si affaccia sul mare ma ben nascosta dai palazzi di corso de Gasperi. E mentre la ruspa dell’azienda di smaltimento rifiuti AmTecnology portava via l’ultimo ritrovamento, contemporaneamente a Palazzo Farnese si è riunito il comitato interforze che ha stabilito come e dove presidiare il territorio nelle prossime 24 ore.
Il maggiore dei carabinieri Donato Pontassuglia, il capitano della guardia di finanza Salvatore della Corte, il primo dirigente Paolo Esposito, il capitano di Fregata Guglielmo Cassone, e il comandante dei vigili urbani Antonio Vecchione hanno definito l’attività di controllo in città anche per l’evento previsto per questa sera in villa comunale. Sono attese 20mila persone per il Palio dei Fuochi sull’arenile, attività che rientra nei festeggiamenti per l’Immacolata 2017. Saranno cinque le colonne di fuoco accese sulla spiaggia, che avranno il compito di distogliere l’attenzione dai pericolosi falò che ogni anno, come vorrebbe la tradizione si ergono e prendono fuoco nei rioni cittadini. Una tradizione che vive nell’illegalità e che ha simboleggiato spesso il potere della criminalità nel quartiere di appartenenza. Per questo motivo, dove anche la Chiesa prova a fare da tramite, il sindaco ha incontrato i ragazzi promotori della festa. Lunedì sera all’Acqua della Madonna si è tenuto il faccia a faccia tra il primo cittadino Antonio Pannullo, don Salvatore Abagnale parroco dello Sprito Santo e i giovani del rione. “Si atterranno a quanto chiesto dal sindaco – spiega don Salvatore – l’incontro è servito a chiarire ai ragazzi che il Comune c’è ed è dalla nostra parte, ma anche al primo cittadino per avere chiara l’idea di come funziona una tradizione così importante nei rioni cittadini. Per i residenti i fuocaracchi come li chiamiamo qui, rappresentano la loro identità, una tradizione tramandata da padre in figlio”.
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