Per Napoli, “pur tra luci e ombre”, questo e’ stato “un anno di speranza”. Ne e’ convinto il cardinale Crescenzio Sepe, che in occasione del Te Deum di fine anno in cattedrale ha analizzato in modo incoraggiante la situazione della citta’. “Ci sono forti segnali di ripresa soprattutto nel settore del turismo. Vediamo in giro folte schiere di turisti, qualcosa sta cambiando. Forse la stessa visita di Papa Francesco dello scorso anno ha dato impulso alla fiducia, perche’ ha fatto vedere una citta’ ordinata, accogliente e fortemente cordiale”. Certo, “rimangono grossi problemi da risolvere, anzitutto il lavoro, che e’ la madre di tutti i problemi, probabilmente non estraneo a fenomeni gravi come le sparatorie tra ragazzi durante la movida o la vile e gravissima aggressione subita da Arturo”. Per l’arcivescovo non serve limitarsi alla condanna ne’ confidare nel solo intervento delle forze dell’ordine, “come se la repressione sanasse i guasti di una societa’ insicura o di famiglie malate”.
Occorre agire sul piano educativo, facendo rete, “passando tutti insieme – scuola, famiglia, forze dell’ordine, Chiesa, istituzioni – dall’analisi alla terapia, aggredendo il malessere di una gioventu’ che rischiamo di perdere”. E sul piano operativo Sepe lancia una proposta: “Creiamo un tavolo di lavoro, eventualmente permanente come quello per l’ordine e la sicurezza pubblica, magari con il coordinamento del prefetto”.
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