“I campanelli d’allarme sono evidenti e sembra che in pochi, a parte i ricercatori, se ne stiano accorgendo. C’è un costante bradisismo (movimento della terra ndr) che solleva l’intera area. Periodicamente delle piccolissime scosse di terremoto cambiano morfologicamente l’area dei Campi Flegrei e quanto accaduto alla famiglia morta nella Solfatara di Pozzuoli pochi mesi fa, è un ulteriore campanello d’allarme: si aprono dei piccoli buchi che non vanno sottovalutati, il terreno fangoso muta e questo non accade per caso”. Lo ha dichiarato a Il Velino il noto sismologo italiano Enzo Boschi, l’uomo che ha dedicato tutta la sua vita allo studio dei terremoti e che conosce bene i Campi Flegrei: “Quell’area rappresenta un super vulcano, uno dei più grandi e pericolosi al mondo non solo per il suo potenziale distruttivo, quanto per la densità di popolazione circostante”. Boschi teme che “non ci sia un piano di evacuazione serio, un monitoraggio completo con persone dedicate. Posso anche sbagliarmi – specifica l’esperto – ma temo che il rischio nella zona sia sottovalutato o non monitorato da strumentazioni specifiche”. “L’allarme recentemente lanciato da un gruppo di studiosi dell’Ingv è molto concreto, nelle aree intorno alla Solfatara ad esempio, probabilmente lo spessore che separa la superficie dal magma sottostante, si è ridotto molto e si creano dei buchi”. “Non c’è nessun allarmismo immediato – puntualizza il sismologo – ma stiamo parlando comunque di una zona vulcanica”. “Bisogna condurre analisi specifiche perché tutta l’area dei Campi Flegrei va monitorata costantemente, difficile dire anche che tipo di eruzione potrebbe esserci: improvvisa sì, ma dal potenziale non certo di quella che colpì Pompei 39mila anni fa. Però – avverte Enzo Boschi – non vi soffermate sul tipo di eruzione perché quale che sia, sarebbe devastante comunque vista la struttura del territorio che ha un’altissima densità abitativa”.
Articolo pubblicato il giorno 15 Dicembre 2017 - 18:14