“Accusati il reato. Almeno accusati il reato e rimedia i danni”. Gennaro Notturno ’o sarracino, l’ultimo super-pentito della faida di Scampia, aveva suggerito a Vincenzo Russo ’o luongo accusato di essere il killer del tatuatore innocente di Casavatore, Gianluca Cimminiello ucciso il 2 febbraio del 2010 sull’uscio del suo negozio, di fare mea culpa in aula durante il processo di Appello e per cercare di evitare l’ergastolo. Condanna che puntualmente è arrivata visto che Russo non ascoltò il consiglio. La rivelazione, come riporta Il Roma, è contenuta nell’ultimo verbale disponibile di Notturno e datato 24 ottobre 2017. I due erano detenuti nel carcere di Secondigliano.
Ha raccontato a tal proposito Notturno: “Io gli faccio presente che poteva ammettere in aula il reato, accusandosi, in modo tale da ammortizzare un po’ la situazione.Lui (Russo, ndr) mi guardoÌ€… Rimase normale, diciamo. Non mi diede proprio una risposta, come a dire ‘lo faccio’. Il problema eÌ€ che teneva una famiglia, i figli”. Il pm, sul punto incalza: “Ma doveva collaborare o doveva solo confessare l’omicidio?”. Notturno ha precisato: “Io gli feci prima capire, per esempio, di collaborare, ma in senso non specifico.
Non in modo diretto ma glielo feci comprendere. Dissi ‘ma tu tieni un figlio guaglione, ti vai a pigliare l’ergastolo? Vedi quello che devi fare. Lui mi disse ‘ma che devo fare?’. E io risposi ‘com’eÌ€, non lo sai che dobbiamo fare? Che ci dobbiamo fare l’ergastolo? Almeno rimedia i danni, accusati il reato e ti concedono le attenuanti”. Ma Russo non ascoltò ed è arrivata la condanna all’ergastolo anche in secondo grado.
Articolo pubblicato il giorno 18 Dicembre 2017 - 11:22