E’ stato Giovanni Gallo il primo pentito del clan Troia di San Giorgio a Cremano sgominato ieri dalla Dda di Napoli in un blitz che ha portato a ben 33 persone tra capi e gregari in carcere. Il collaboratore di giustizia ha ripercorso la storia criminale della famiglia Troia affrancatosi dagli Abate “cavallari”, il ruolo degli esponenti della famiglia a comincia da Vincenzo Troia, reggete della cosca dopo l’arresto del padre Ciro e poi quello di Immacolata Iattarelli, la mamma, diventata spietata boss decisionista a tal punto da imporre le sue regole a tutti. Ha messo a verbale Gallo: “La prima cosa di cui voglio dirvi e che sono detenuto per un episodio di spaccio di droga (7 5 grammi) dal giugno del 2012 episodio per il quale non avrei sofferto presumibilmente lunga detenzione ma sono mesi che rimurgino con la mia coscienza e mi devo affidare a qualcuno per uscire da questa
situazione….omissis… Vi spiego come sono andati i fatti: mi occupo da sempre di spaccio di droga attività c he s volgo chiaramente con “l’autorizzazione ” del clan camorristico locale.
Anzi in proposito vi preciso che siccome Enzo Troia reggente a San Giorgio dopo la scissione con gli Abate non permetteva a nessuno di vendere droga al di fuori della sua gestione anche io seguivo questa regola. Secondo le indicazioni di Troia o avrei dovuto comprare la droga da lui oppure avrei potuto comprarla da altri versando però una quota di cento euro a settimana al predetto Troia. Io lavoravo da anni con Andrea Attanasio, cognato di Enzo Troia (costui ha spostalo la sorella di Attanasio) e la droga l’ho sempre presa da lui e così Attanasio per non essere in difficoltà con il cognato Enzo Troia mi vendeva la droga – mi dava 50 grammi di cocaina a settimana – a cinquantacinque euro a grammo, anziché cinquanta prezzo di mercato proprio perché i cinque euro andavano al cognato. Io gestivo una piazza di spaccio nel quartiere dove abito cosiddetto “Manicomio”….Omissis.
Preciso che nella struttura camorristica Andrea Attanasio aveva capacità criminali sicuramente superiori a quelle del cognato Enzo Troia, che invece voleva solo cercare di prendere soldi in tutti i modi ed in quel periodo doveva affermare la sua supremazia con il clan Abate e quindi l’omicidio di Ciro Formicola coniugava diverse esigenze, sia la vendetta per l’estorsione denunciala sia l’obiettivo di colpire una persona vicina agli Abate, tale era il Ciro Formicola e quindi ribadire la supremazia su San Giorgio di Enzo Troia…mi chiedete di chiarire se nel periodo in cui sono stato libero ho avuto contatti e conoscenze con ambienti camorristici e di che genere, invitandomi a riferire tutto quanto a mia conoscenza, sia in relazione ad eventuali ferimenti, sia in relazione ad episodi associativi, tipo estorsioni ed altro, sia in relazione al traffico di droga.
In merito ai ferimenti confermo quanto vi ho già dichiarato nello scorso interrogatorio in relazione al ferimento di quattro ragazzi fuori “al manicomio” dove abito io. Come vi ho detto, tale episodio è stato consumato dal fratello di Andrea Attanasio, di nome Giuseppe. Non sono a conoscenza di altri ferimenti e/o attentati… mi chiedete se ci sono altre piazza gestite dall’Attanasio ed in merito vi ribadisco che a San Giorgio la droga o la prendete da Enzo Troia o gli pagate la commissione per venderla….”.
Antonio Esposito
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(nella foto Vincenzo Troia e la mamma Immacolata Iattarelli)
Articolo pubblicato il giorno 13 Dicembre 2017 - 22:35