“Non posso gioire per questo ergastolo, non c’e’ spazio nel mio cuore per la gioia. Tutti i miei pensieri vanno a mio figlio che non c’e’ più”.
A parlare e’ il padre di Genny, il 17enne ucciso a Napoli durante una ‘stesa’ nel rione Sanita’. Antonio Cesarano ha atteso fuori dall’aula la notizia del verdetto e quando gli hanno riferito che i quattro killer erano stati condannati all’ergastolo si e’ sciolto in lacrime. “Questi ragazzi potevano dire qualcosa in piu’ – aggiunge, riferendosi all’omerta’ che ha reso difficili le indagini e alle confessioni tardive degli imputati ora condannati – ma forse e’ venuta meno la fiducia nello Stato. Ora hanno ricominciato a sparare nel rione Sanita’. Ma non e’ il caso di fare un processo al quartiere. Se succede al Nord e’ paura , se succede a Napoli e’ omerta’…”. Ai familiari di Genny Cesarano, che si sono costituiti parte civile nel processo, e’ stata riconosciuta una provvisionale di 300 mila euro.
“È appena uscita la sentenza per l’omicidio di Genny Cesarano, vittima innocente di camorra ucciso al #RioneSanità la notte tra il 5 e 6 settembre del 2015”. Così su Facebook il presidente della Terza Municipalità Stella-San Carlo all’Arena Ivo Poggiani. “16 anni per Carlo Lo Russo mandante e “collaboratore” di giustizia, ergastolo per tutti gli altri. Avevamo chiesto verità e giustizia per Genny – aggiunge – . due anni di battaglie, manifestazioni, iniziative. Oggi la verità è stata acclarata anche dalla Magistratura, nonostante i dubbi iniziali di una parte di stampa che additava Genny come appartenente a qualche clan. Spesso si sa che basta nascere in un quartiere piuttosto che in un altro per portare addosso le stigmati di camorra. La verità noi però già la conoscevamo – prosegue – . La giustizia dello Stato è arrivata, la giustizia vera si avrà quando verranno rimosse tutte le cause che oggi portano ancora a tragedie del genere. Grazie all’avvocato Marco Campora per avere sempre creduto alle nostre ragioni. Grazie ad Antonio, padre di Genny, che ha trasformato il suo dolore in impegno civile”, conclude. L’inchiesta e’ stata condotta dai pm della Dda Enrica Parascandolo e Henry John Woodcock. Il gup ha accolto tutte le richieste avanzate dalla procura.
Articolo pubblicato il giorno 6 Dicembre 2017 - 15:33