La storia è sempre la stessa, lo scenario pure: cambiano solo i protagonisti. Ogni anno con l’avvicinarsi delle festività natalizie la pressione dei clan della camorra aumenta. E le tensione pure tra le varie famiglie criminali. In ballo c’è il business del pizzo ai commercianti, agli imprenditori, ai venditori ambulanti e ai parcheggiatori, A tutti insomma quelli che muovono l’economia nella zona di napoli centro, a piazza Mercato, alla Maddalena, al Buvero. Ed ecco scatenarsi l’aggressione dei clan. Anzi per la verità si è già scatenata da tempo. E la bomba della notte scorsa alle Case Nuove è solo l’ultimo inquietante segnale.
Gli investigatori stanno cercando di ricostruire il puzzle dell’ultime alleanze di camorra dopo gli ultimi omicidi, ferimenti e stese e dopo gli arresti. Su una cosa si ha la certezza: dietro questi nuovi atti criminali c’è la mano dei nuovi reggenti del clan Mazzarella alleatosi con i D’Amico di San Giovanni a Teduccio e grazie al “consenso” dei Contini ha dichiarato “guerra” a tutte le famiglie malavitose da San Giovanni a Teduccio fino a Forcella. Il disegno è quello di creare una forte egemonia e il controllo su tutte le attività illecite in questa fascia di territorio cittadino “annettendo” a se i vari clan di quartiere. E chi si rifiuta scattano le ritorsioni come stese, minacce o le bombe dell’altra notte. Oltre al controllo del racket in ballo ci sono le decine di piazze di spaccio disseminate sul territorio.
E per questo che i nuovi Mazzarella hanno deciso di sferrare l’attacco finale: prima i segnali contro gli avversari dei Rinaldi del Rione Villa di san Giovanni a Teduccio, poi ai Giuliano a Forcella e poi alle Case Nuove dove ci sono i reduci dei Sibillo mentre un’altra parte si è spostata verso i Decumani. Nelle mani degli investigatori ci sono anche le dichiarazioni del boss pentito Vincenzo Amirante, uno dei fondatori dell’alleanza di famiglie che diede vita alla “Paranza dei Bimbi”. Il boss ha spiegato come il mercato del falso alla Maddalena “Rendeva 14mila euro a settimana” .
Ma più preciso è stato il pentito Salvatore Russomagnao, uno che le estorsioni le faceva in prima persona. I Mazzarella, approfittando del vuoto di potere, avevano imposto il pizzo ad ogni venditore ambulante della zona incassando anche 120mila euro al mese. Il quale ha raccontato: “…Agli stranieri delle bancarelle era anche imposto di vendere le scarpe sportive contraffatte di marca Adidas e Nike, che venivano fornite dal Rinaldi Franco. Questi le acquistava a Roma da cittadini cinesi e le pagava 17 euro al paio per rivenderle ai venditori ambulanti stranieri a 30 euro. La stessa cosa era fatta con i venditori italiani, solo che le scarpe imposte erano le Hogan contraffatte. Quanto al mercato delle Hogan Gennaro Caldarelli, “zio” Umberto Caldarelli ed i figli Maurizio e Fabio, si occupavano dell’approvvigionamento delle Hogan contraffatte nel senso che le pagavano euro 27 al paio e le imponevano agli ambulanti al prezzo di euro 35 od anche 40 euro.
Parlo di grandi quantità di scarpe…Settimanalmente io e Crocella Fabio incaricati di ritirare le estorsioni, il Crocella per i depositi ed io per le bancarelle, a volte insieme a Francesco, figlio di ‘o paciano riscossi i soldi delle Hogan, che ammontavano a 20.000 euro a settimana, conti alla mano, andavamo da “zio” Umberto Caldarelli il quale incassava la somma per le scarpe fornite a 27 euro al paio. Sulla differenza, ossia il guadagno tra il prezzo di acquisto e quello di vendita a euro 35 o 40, andava a Rinaldi Franco, che lo consegnava a Fabio D’Amico. Era una scatola per scarpe piena di soldi…I soldi vengono consegnati al rione Luzzatti a casa di Vincenzo Mazzarella…”
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