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Camorra, il detenuto ucciso e bruciato per uno sgarro al clan Genovese di Avellino

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Si sta chiudendo il cerchio intorno agli assassini di Michele Tornatore, il 62enne di Contrada (Avellino), il cui corpo carbonizzato nel bagagliaio della sua auto data alle fiamme venne trovato il 7 aprile scorso in una localita’ di montagna dell’avellinese. I carabinieri del Comando provinciale di Avellino hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, nei confronti di un 30enne, originario di Fisciano , accusato di favoreggiamento aggravato e distruzione di cadavere per aver materialmente trasferito il cadavere di Tornatore, ucciso con un colpo di pistola alla nuca, in una zona di montagna tra Contrada e Serino e di aver appiccato le fiamme all’auto. Secondo gli inquirenti, l’indagato sarebbe legato al clan camorristico Genovese, attivo ad Avellino e nella zona del Partenio.
Per l’omicidio di Michele Tornatore, era stato arrestato nei mesi scorsi Francesco Vietri, 54 anni, con l’accusa di essere l’esecutore materiale dell’omicidio, avvenuto presso l’attivita’ di vendita di auto usate e pezzi di ricambio rottamati che Vietri gestisce in una zona isolata di Banzano. Ad inchiodarlo, le registrazioni del Gps montato sull’auto, presa a noleggio, con la quale Tornatore si reco’ all’appuntamento: il rilevamento dell’apparecchio ha rilevato che l’auto di Tornatore, il giorno dell’omicidio, resto’ parcheggiata per 10 ore nel piazzale dell’esercizio commerciale. Il movente sarebbe riconducibile ad un regolamento di conti dovuti a passaggi di denaro tra i due.


Articolo pubblicato il giorno 13 Dicembre 2017 - 13:19

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