E’ morta nell’assordante silenzio della solitudine la stilista settantaseienne Bruna Raspanti. Nata a Milano ma residente a Pavia, la donna è deceduta in una specie di deposito di Caivano: la sua casa vuota, tra scatoloni e cianfrusaglie varie. La donna si è arresa ai suoi diversi acciacchi, non ne ha voluto più sapere di curarsi fino ad arrivare alla inevitabile morte. Il cadavere è stato rinvenuto ieri mattina nella sua abitazione al primo piano condomino Puccini 2, in Via Puccini a Caivano, completamente nuda, in posizione supina, avvolta in una leggera coperta.
L’amara scoperta l’ha fatta un amico di vecchia data che le faceva da autista e tuttofare quando Bruna Raspanti veniva a Caivano per andare a trovare il marito Angelo Macciò, ottantaquattro anni, ospite da anni in una struttura per anziani non autosufficienti. L’uomo ha immediatamente telefonato al 118 e sono stati gli stessi sanitari del pronto intervento ad avvertire i carabinieri.Il perito medico della procura ha escluso che il decesso possa essere stato causato intenzionalmente. E’ stata ipotizzata una morte naturale ma, comunque, il corpo è stato posto sotto sequestro e fatto trasportare dalla polizia mortuaria, presso l’obitorio dell’Istituto di Medicina Legale del secondo policlinico di Napoli, dove nelle prossime ore, o al più tardi giovedì, verrà effettuata l’autopsia che chiarirà i dubbi sulle cause del decesso dell’anziana.
I carabinieri hanno interrogato per ore il factotum della stilista, in possesso delle chiavi dell’appartamento, che ogni mattina arrivava in auto con il figlio per portare la colazione alla stilista, per poi uscire insieme con Bruna Raspanti per riapparire tra le otto e le nove di sera. Sul passaporto della donna, unico documento di identità trovato, gli inquirenti hanno notato più visti di ingresso per la Cina.
Articolo pubblicato il giorno 27 Dicembre 2017 - 11:55