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“Non siamo un popolo di omertosi, ne’ viviamo in un territorio tipo ‘Far West'”. Con un lungo post sulla sua pagina facebook, il sindaco di Parete, Gino Pellegrino, respinge al mittente le accuse alla sua comunita’ “lette sui giornali nazionali” dopo il ferimento del 14enne Luigi Pellegrino, suo omonimo, ferito alla testa da un proiettile vagante mentre era con gli amici sul corso principale del paesino e tuttora in coma al reparto di rianimazione dell’ospedale di Caserta. Pellegrino riconosce che il 2017 per Parete e’ stato un “annus horribilis”, iniziato con le bombe notturne messe dalla camorra tra gennaio e febbraio a due attivita’ imprenditoriali, proseguito a luglio con la terribile morte del giovane attivista gay Vincenzo Ruggiero, trucidato e fatto sparire per motivi di gelosia, e a novembre con il duplice omicidio dei genitori anziani massacrati a coltellate dal figlio malato. “E adesso lo sparo al piccolo Luigi. Si sono incrociati – prosegue il primo cittadino – una molteplicita’ di mali che la nostra comunita’ ha solo subito, e nulla c’entra con ‘l’essere paretano’. Eppure c’e’ chi ha scritto che ‘Luigi e’ stato ferito due volte: dal colpo di pistola e dal silenzio dei paretani’. Credo che solo chi non conosca la nostra comunita’ puo’ pensare e scrivere queste assurdità”.
Pellegrino pubblica il post proprio nel giorno in cui e’ prevista la fiaccolata (ore 18.30) a sostegno di Luigi, che egli stesso ha organizzato; un modo per stimolare la presenza di tutti al corteo di stasera. “Ci troviamo ad affrontare un momento molto difficile, probabilmente il piu’ difficile di sempre – continua Pellegrino – mai come in questa occasione la nostra comunita’ e’ stata ferita cosi’ profondamente. Un ragazzo di soli 14 anni, un nostro figlio, poco piu’ di un bambino, si trova a lottare tra la vita e la morte per colpa di un balordo. Non conosciamo ancora l’autore e le motivazioni.
Potrebbe essere una fatalita’ ma potrebbe essere anche un male che pensavamo superato ed invece ritorna con maggiore violenza e crudelta’. Ma sono certo che nel caso di Luigi, se qualcuno avesse visto, non si sarebbe girato dall’altra parte. Ognuno di noi, anche se ha degli elementi che potrebbero sembrare non rilevanti, li segnali comunque ai carabinieri, anche in forma anonima. Ogni cosa puo’ essere utile alle indagini. Dobbiamo tirare fuori forza, coraggio e tanto cuore. Qui e’ in gioco la vita di un ragazzo, ma anche quella dei nostri figli. Stiamo su una strada di non ritorno. E’ in gioco l’esistenza stessa della nostra comunita’ e della nostra dignita’. Non solo e’ importante partecipare alla fiaccolata di stasera, ma bisogna dire basta una volta e per sempre ad ogni forma di violenza. Chi paga il pizzo, chi si gira dall’altra parte, chi non denuncia e’ complice”.


Articolo pubblicato il giorno 29 Dicembre 2017 - 14:33


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