Arzano. Revoca incarico al Collegio dei revisori dei conti del Consorzio cimiteriale tra i comuni di Arzano Casavatore e Casoria, i tre componenti contabili annunciano battaglia nelle sedi giudiziarie avverso il provvedimento di revoca del loro mandato di qualche giorno fa che, secondo gli stessi sarebbe viziato sotto il profilo della legittimità e del merito e, per alcuni fatti anche sotto profili diffamatori. Secondo i revisori, in circa 19 mesi di attività (iniziata il 5/5/2016) fino a tutt’oggi, a conti fatti, avrebbero si o no guadagnato 3.500,00 euro lordi che, a sua volta, sarebbero da tassare ai fini dell’irpef ed dell’Irap con un costo medio aggirandosi intorno al 45%. Il Consiglio consortile avrebbe così inopinatamente stabilito a loro favore all’atto della nomina e al netto di oneri fiscali (iva 22%,ritenuta di acconto 20%,ritenuta di legge n.122/2010 10%, contributivi previdenziali 4%, rimborso spese di viaggio pari in media ad euro 2.000,00 …annuo,un importo residuale quale compenso di circa euro 2.100 per ciascun componente il collegio dei revisori. Secondo gli stessi questo importo non sarebbe da considerarsi remunerativo per una funzione così delicata e difficile qual è quella del revisore legale di terza fascia in un ente come il Consorzio cimiteriale che assorbe una classe demografica di circa 100.000 abitanti. Un importo ceh non sarebbe mai potuto tra l’altro essere stabilito con la tariffa,di cui al D.M. 20/05/2005 e TUEL come, invece, sostengono neo direttore e Consiglio consortile. Mentre per alcuni fatti citati nella relazione istruttoria dal neo direttore Francesco Leo ed il Consiglio Consortile, a supporto del provvedimento di revoca del mandato e giudicati come” grave negligenza”i revisori dei conti giurano di non poter fare sconti. I fatti citati costituirebbero una mera congettura e caratterizzati da illazioni, travisamento, che a dir poco produrranno necessarie e consequenziali denunce e querele alla competente autorità giudiziaria contro il neo direttore. La conflittualità esistente – secondo gli ormai ex revisori -, interesserebbe questioni amministrative ma soprattutto lavori e/o forniture tanto da aver già interessato oltre che la Procura della Corte dei Conti regionale di Napoli anche l’Autorità anticorruzione del dott. Cantone. A bilancio sarebbero iscritti circa 5.000,000,00(cinquemilioni/00) di residui attivi che, causa lentezze del direttore, non si riescono ancora a riscuotere. Essi rappresentano il mancato versamento delle quote obbligatorie da parte dei comuni consorziati, di cui Casoria è il più indebitato. Soldi che non si riuscirebbero a riscuotere e che non arriverebbero alle casse del Consorzio e che pur tuttavia il Consorzio, grazie alle entrate proprie dei contribuenti registrerebbe un avanzo di amministrazione di circa 4.500.000,00(quattromilionicinquecentomila) euro. In data 27/11/2017 tramite pec gli stessi revisori avrebbero anche inviato una comunicazione al direttore Leo che nella riunione del Collegio dei revisori fissata per giovedì 30/11/2017, dove avrebbero reso noto l’esito delle verifiche già avviate, di cui una riguardava la corretta applicazione del CCNL enti locali per tutto il personale in forza, di cui è parte anche lui e proprio nei suoi confronti e del ragioniere dell’ente dove avrebbero contestato un’indennità non attribuibile pari a circa 12.000,00 euro l’anno cadauno. Insomma, una situazione infuocata tra reciproche accuse che non fa altro che accendere i riflettori sul consorzio già al centro di accertamenti per l’ultimo affidamento delle luci votive.
Salvio Amarante
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