“Non ricordo nulla di cio’ che e’ accaduto in camera. So che stavamo litigando e, subito dopo, come se il tempo di fosse fermato, sento mio figlio che mi chiama dall’altra stanza. Dell’aggressione non ho alcuna immagine”: lo ha riferito Dritan Sulollari, reo confesso dell’omicidio della moglie, ieri mattina a Gradisca d’Isonzo in provincia di Gorizia, nel corso del l’interrogatorio svoltosi oggi di fronte ai carabinieri del Nucleo investigativo di Gorizia, al comando del tenente colonnello Pasquale Starace, e del suo legale di fiducia Paolo Bevilacqua.
“Il litigio era scoppiato per le solite ragioni – ha spiegato l’albanese – mi rinfacciava che non lavoravo, che stavo sempre in casa. Inoltre, non c’era accordo sulla separazione e sull’affido del bambino”. Nulla pero’ sulle fasi dell’aggressione.
“So che ho evitato di far vedere a mio figlio la mamma morta in camera e gli ho detto che mi ero ferito e che dovevo andare in ospedale – ha concluso Sulollari – ma non chiedetemi cosa sia accaduto quando avevo il coltello in mano e come mi sono ferito alla mano perche’ non lo so”. Domani alle 12 e’ prevista l’udienza di convalida del fermo mentre sabato mattina e’ in programma l’autopsia.
Il bambino, che ha solo otto anni, e’ stato affidato dal giudice minorile ad un amico di famiglia della coppia in attesa di capire cosa accadra’ quando arriveranno i nonni dall’Albania.
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