“Il movente dell’omicidio ha origine in una vicenda sessuale che legava il ragazzo a uno dei cinque. Tre di loro sono stati fermati, altri due sono tuttora ricercati”. Dalle parole del procuratore capo di Modena, Lucia Musti, le prime responsabilita’ e la prima ipotesi sul movente dell’omicidio avvenuto sabato pomeriggio in piazza Dante Alighieri a Modena, dove un ventenne di origini cinesi e’ stato trovato morto dalla madre e dal compagno di lei (un avvocato modenese), chiuso dentro una valigia nell’appartamento al sesto piano. Tre minorenni sono dunque stati sottoposti a fermo di polizia giudiziaria, due a Prato e uno a Modena, con l’accusa di omicidio volontario pluriaggravato e occultamento di cadavere.
Al momento si ritiene quindi che abbiano tutti agito con pari responsabilita’. Ma la vicenda resta estremamente intricata e non sono esclusi altri sviluppi nelle indagini coordinate dal sostituto procuratore Katia Marino e svolte dalla squadra mobile del vice questore aggiunto Marcello Castello. Ovviamente, data la minore eta’ dei tre, la competenza passa alla procura dei minori di Bologna. “La vittima del delitto aveva ricattato uno dei cinque, dicendogli che se la loro relazione di natura omosessuale si fosse interrotta, come il minorenne aveva annunciato, allora l’avrebbe rivelata a tutti”, ha aggiunto il procuratore, tentando nel limite del possibile di circostanziare il movente.
Congliang Hu, questo il nome del ventenne trovato morto, che pero’ era conosciuto da tutti come ‘Leo’, sarebbe stato dunque vittima di una ritorsione. Una vendetta organizzata dal gruppetto arrivato a Modena da Prato. I cinque, difatti, si sono presentati a casa sua, mentre l’avvocato era presente (in un’altra camera) cosi’ come la madre. Dopo aver chiuso la porta della stanza del giovane, lo avrebbero soffocato, occultando infine il cadavere dentro la valigia, che apparteneva ai due adulti. Poi il gruppo (non si sa se anche gli altri due siano minorenni o meno) si e’ allontanato dalla palazzina. Qui le telecamere hanno immortalato tutti i partecipanti, fornendo agli inquirenti l’inizio delle intricatissime indagini.
Il ricatto di natura sessuale sarebbe stato confermato dal minorenne, una volta fermato dalla squadra mobile e sentito dalla procura dei minori di Bologna. Ma il caso non e’ chiuso: nella China Town di Prato sono ancora in corso le ricerche degli altri due, tutto lascia pensare che la loro fuga abbia le ore contate.
Articolo pubblicato il giorno 27 Novembre 2017 - 21:35