Sono in stato di fermo due presunti scafisti, all’indomani dello sbarco di oltre 400 migranti al porto di Salerno. Si tratta di un libico e di un egiziano, di 30 e 22 anni che sono accusati di aver contribuito, con le loro condotte, alle attivita’ di tratta delle persone e di aver organizzato e trasportato almeno 150 persone a bordo di un gommone poi intercettato, in acque internazionali, dalla nave spagnola ‘Cantabria’. Fondamentali, per le indagini, le dichiarazioni rese dagli altri migranti.
A bordo della nave militare, attraccata ieri mattina al molo “Tre Gennaio”, vi erano anche 26 salme di giovani donne, presumibilmente tra i 14 e i 18 anni. I loro corpi sono ora nella sala mortuaria del cimitero di Salerno a Brignano, dove il consulente tecnico della procura di Salerno, il professore Antonello Crisci, a capo della equipe di medici legali, eseguira’ un primo esame esterno sui corpi che “si concludera’ – dice Crisci – nell’arco di una settimana”.
I 401 migranti sbarcati ieri a Salerno sono stati recuperati, insieme con i cadaveri delle 26 giovani donne, nel corso di quattro eventi Search and Rescue a largo delle coste libiche. La procura di Salerno ha aperto un’inchiesta per accertare dinamiche e responsabilita’ dei fatti. Dalle testimonianze dei superstiti, gli investigatori della Squadra mobile della Questura di Salerno e della Capitaneria di Porto, e’ emerso che sarebbero dispersi almeno altri dieci migranti.
Questi, che viaggiavano sul gommone condotto dai due scafisti ora in stato di fermo, sono caduti in acqua, durante il primo evento S.a.r. a causa delle avverse condizioni metereologiche.
Articolo pubblicato il giorno 6 Novembre 2017 - 12:57