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Napoli, tentò di uccidere un rivale per gelosie familiari, la Cassazione chiede di rivedere la condanna

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La Corte di Cassazione ha chiesto di rivedere ulteriormente al ribasso la condanna nei confronti di Antonio Mosella, il giovane arrestato per il tentato omicidio di Francesco Giamminelli avvenuto per motivi di gelosie familiari il giorno dell’Epifania del 2015.
I giudici della Suprema Corte hanno rinviato gli atti nuovamente in Corte d’Appello stabilendo che il tentato omicidio non sia premedito e che addirittura non sia aggravato dai motivi futili e abbietti.Mosella era stato condannato a 9 anni e 4 mesi, il giudice in appello gli aveva riconosciuto le attenuanti generiche riducendo la pena a tre anni.
Per Antonio Mosella la situazione però potrebbe cambiare ulteriormente con le indicazioni della Cassazione. La difesa ha dimostrato che il giorno prima c’era stato un litigio tra i due e che il ferito aveva minacciato Mosella con un’ arma ed era finito in carcere per il reato di tentato omicidio a colpi di lupara di Francesco Giamminelli.
I rapporti tra i due uomini, a causa della gelosia provocata dai contatti indispensabili tra genitori separati che hanno in comune un bambino, erano diventati sempre più complicati al tal punto di costringere il 24enne napoletano di appostarsi sotto l’abitazione dell’ altro per cercare di ucciderlo. Il giovane fu ritrovato in un appartamento ad Afragola in compagnia di alcuni parenti.


Articolo pubblicato il giorno 12 Novembre 2017 - 10:19
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