Napoli. Identificato il giovane che ha sparato ai ‘Baretti’ a Chiaia: c’è una svolta nelle indagini della Squadra Mobile di Napoli e del commissariato di San Ferdinando che stanno valutando le dichiarazioni di alcuni giovani presenti alla rissa di venerdì sera. Molti hanno raccontato di aver visto il giovane, un 20enne di Fuorigrotta identificato dalla Polizia, che litigava con i ragazzi che sugli scooter andavano avanti e indietro alla ricerca di qualcuno. Lui, il 20enne che la Polizia ha cercato nelle ore successive alla rissa ha raccontato ai suoi amici di essere stato aggredito.
Il 20enne, incensurato, con un familiare in carcere per associazione camorristica è fortemente indiziato per aver sparato ai Baretti. Secondo la ricostruzione fatta dagli inquirenti, avrebbe risposto col fuoco ad un’aggressione, accoltellato alle gambe e ad un fianco, e poi colpito con una pistola alla testa. Le indagini della polizia si concentrano su due gruppi: uno del Rione Traiano e Fuorigrotta, l’altro di San Giovanni a Teduccio. Giovani vicini ai Puccinelli e ai Troncone in contesa con i Formicola-Marigliano della zona sud di Napoli. Erano questi ultimi a girare in scooter cercando qualcuno da picchiare. Il sospetto è che le due gang si fossero dati appuntamento, una contesa iniziata sui social per poi essere decisa ai Baretti, dal vivo.
“Sono passati due o tre volte, poi sono scesi con coltelli e mazze” hanno detto alcuni testimoni della sparatoria. Alla fine il bilancio è stato di quattro feriti a colpi di pistola, tutti del gruppo di San Giovanni a Teduccio, tranne un giovane estraneo alla vicenda colpito da una pallottola vagante. Sono stati esplosi sei colpi, quattro andati a centro e due trovati sul selciato. Il motivo della lite, ancora non è chiaro. Potrebbero esserci futili screzi tra giovani o addirittura un regolamento di conti per lo spaccio di droga nella zona di Chiaia, gestito – secondo gli inquirenti – da giovanissimi incensurati ma già inseriti in contesti criminali.
Lo spaccio per la movida in quella zona era gestito fino a pochi mesi fa dal gruppo criminale del Rione Traiano in virtù anche di una parentele e di un asse con una famiglia della zona della Torretta. Un assetto che, secondo gli inquirenti, sarebbe cambiato negli ultimi tempi.
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