Un reticolato di epoca romana che era stato rinvenuto durante gli scavi in via di Ripetta a Roma, mentre era in corso la ristrutturazione di un immobile di pregio, Palazzo Cappone, sarebbe andato distrutto dopo l’intervento dell’imprenditore Alfredo Romeo, che avrebbe fatto certificare alla responsabile unica del procedimento la datazione del reperto al 1700. Da qui l’ipotesi di corruzione per Rossella Pesoli, funzionaria presso la Sovrintendenza archeologica e delle belle arti di Roma, in concorso con Romeo e con Ivan Russo, dirigente della Romeo.
La funzionaria avrebbe ricevuto un soggiorno presso l’Hotel Romeo per se’ e sua la figlia il 16 aprile del 2016 con percorso spa e cena in un ristorante di lusso, per un valore di 640 euro. E un altro soggiorno, questa volta ad Ischia, per lei e una sua amica per un valore di oltre 5mila euro.
A pagare il contro in entrambi i casi sarebbe stato Alfredo Romeo. Tra i vari capi di imputazione contestati ce n’e’ uno che riguarda un agente scelto della polizia municipale di Napoli che in cambio di multe cancellate o non contestate alle auto di Romeo e dei suoi dipendenti, si sarebbe fatto promettere un percorso spa presso l’Hotel Romeo, con uno sconto del 50 per cento.
Un altro dipendente del Comune di Napoli in cambio di un soggiorno in albergo, avrebbe fatto ottenere a Romeo l’autorizzazione ad installare fioriere davanti all’albergo. In un caso avrebbe anche attestato falsamente di aver ispezionato i dispositivi della struttura alberghiera.
Articolo pubblicato il giorno 8 Novembre 2017 - 23:37