Inaugurato ufficialmente lo scorso 8 novembre lo stadio Antonio Landieri di Scampia in realta’ e’ ancora chiuso. Doveva essere il fiore all’occhiello del quartiere con il suo “manto erboso” ricavato da 77mila chili di gomma riciclata dagli pneumatici fuori uso forniti dalla societa’ Ecopneus, invece ad oggi, come denuncia don Aniello Manganiello, resta un miraggio per le tante associazioni del territorio e soprattutto per i ragazzi della zona. Di “presidio di legalita’ e messaggio per l’ambiente” aveva parlato, nel corso della cerimonia di inaugurazione, il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris ma il Landieri e’ ancora off limits a causa della burocrazia e di un’errata programmazione sui tempi di apertura degli enti territoriali.
La denuncia di don Aniello rilasciata all’agenzia di stampa Dire e’ ben dettagliata, “manca ufficialmente il documento che attesti la fine dei lavori. Purtroppo questo documento puo’ arrivare al Comune solo dopo l’omologazione della Lega Nazionale Dilettanti. Lunedi’ 20 sono arrivati i tecnici della Lnd a fare sopralluoghi, passeranno almeno altri 7, 10 giorni per avere questo documento e per dichiarare chiusi i lavori. Nel frattempo nessuno si puo’ prendere la responsabilita’ per far entrare le squadre ad allenarsi perche’ di fatto e’ ancora ‘area cantiere'”.
E’ stata una inaugurazione celebrativa ma “nessuno ci ha dato i tempi per l’utilizzo della struttura”, prosegue il presidente dell’oratorio Don Guanella, “pensavamo il campo si potesse utilizzare da subito, non credevamo che tutti gli impegni burocratici non fossero stati ancora evasi”. Il riferimento e’ alla Scia (segnalazione certificata di inizio attivita’)necessaria per l’ingresso sugli spalti al pubblico e alla gia’ citata omologazione della Lega. Ma non di sola burocrazia soffre il Landieri. Al momento funzionano solo 12 fari su 24 con la conseguenza che “meta’ campo e’ quasi al buio”, una segnalazione questa gia’ fatta, senza ottenere risultati, dallo stesso don Aniello nell’ottobre 2016. C’e’ poi la questione servizi igienici non tutti funzionanti nonostante le innumerevoli segnalazioni alla Napoli Servizi e, infine, gli spogliatoi che soffrono gia’ di infiltrazioni d’acqua.
“Per tutti questi motivi la delusione e’ ancora piu’ grande”, ripete il prete sottolineando come “il Comune non ha fatto nulla, non ha investito un centesimo. È sconcertante e intanto i giorni passano. Abbiamo cercato di smuovere le acque, noi e le quattro associazioni di quartiere, segnalando lo stato di fatto non solo allo stesso Comune ma anche alla Municipalita'”. La delusione di avere un campo di calcio e non poterlo utilizzare si sta trasformando anche in un danno economico per le associazioni perche’ “per portare i ragazzi a giocare affittiamo i campi fuori da Scampia a 180, 200 euro. Un onere economico difficile da sopportare per chi opera come noi in quartieri difficili”. “Napoli potrebbe essere migliore – conclude don Aniello – ma la burocrazia e spesso l’incapacita’ degli amministratori nella programmazione condizionano la vita della citta’ e dei suoi cittadini”.
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