Napoli, nuovo esposto procura per Chiostro S.Caterina Formiello Segnalati abusi edilizi, usi impropri e false dichiarazioni redditi Napoli , 13 nov. (askanews) – Un nuovo esposto alla procura della Repubblica partenopea denuncia presunti abusi edilizi, usi impropri dei luoghi (quelli di proprietà della Regione Campania) e perfino false dichiarazioni dei redditi per l’accesso a mutui destinati all’acquisto di altre parti dell’antica struttura cinquecentesca del complesso di Santa Caterina a Formiello, in piazza Enrico de Nicola a Napoli. La vicenda del Chiostro – raccontata per la prima volta da askanews con un servizio e un video nel maggio scorso – torna a destare interesse dopo i sigilli apposti dai vigili urbani (tuttora non rimossi in attesa di alcuni documenti) a quella parte dello spazio (annesso all’omonima chiesa) concesso in comodato d’uso alla Fondazione Made in Cloister. Askanews è in possesso di una copia dell’esposto che risulta inviato, e ricevuto, per conoscenza anche agli uffici competenti della giunta campana. L’esposto – protocollato il 27 ottobre scorso – è stato presentato dall’amministratore del condominio “Lanificio”, Marco Trani, e costituisce una sorta di integrazione della prima denuncia che risale a circa un anno fa. La segnalazione di Trani, assistito da un avvocato di fiducia, è la conseguenza del recupero di “un documento anonimo dal contenuto tuttavia rilevante ai fini di una necessaria valutazione da parte della procura”. Le accuse anonime sono cinque. La prima riguarda il chiostro cinquecentesco di proprietà della Regione e, fra le altre cose, denuncia: “la violazione dell’art.7 dell’atto di concessione d’uso: la Regione Campania concede in uso il bene alla Fondazione Tramontano la quale concede il godimento del bene alla ‘Made in Cloister’, una srl, facendone un diverso utilizzo da quanto previsto e dichiarato nell’atto di concessione d’uso”; l’esecuzione di presunti lavori abusivi (tra cui “la copertura dell’intero chiostro con struttura in acciaio e copertura plastica” e la sostituzione di un arco in mattoni pieni, ad una delle campate del chiostro, con un elemento/pilastro in acciaio senza deposito del progetto strutturale presso gli uffici del Genio civile di Napoli e conseguente autorizzazione antisismica”). La seconda e la terza riguardano presunte irregolarità nell’ex refettorio (di proprietà di Antonio Giuseppe Martiniello e Ferdinando De Blasio) e del sottotetto (di proprietà di Antonio Giuseppe Martiniello). La quarta segnala un presunto reato ambientale (nello smaltimento dei materiali di demolizione dei lavori eseguiti). L’ultima riferisce di “false dichiarazioni dei redditi per accesso a mutui per l’acquisto dell’ex refettorio” e cita due primari istituti di credito. Dqu 20171113T133908Z
Articolo pubblicato il giorno 13 Novembre 2017 - 16:09