Un esame autoptico stabilirà se la morte del giovane scrittore, saggista e giornalista Alessandro Leogrande è stata provocata da un’aneurisma o da un infarto. A quarant’anni è morto nella sua casa di Roma, lo scrittore originario di Taranto.
Ieri mattina era stato in Puglia, a Campi Salentina (Lecce) per la rassegna “La città del libro”, poi era tornato a Roma. Leogrande è stato uno scrittore molto attento al Mezzogiorno e i titoli dei suoi libri rendono chiaro il suo impegno anche sociale. Ha infatti pubblicato, con L’Ancora del Mediterraneo, “Un mare nascosto, Le male vite. Storie di contrabbando e di multinazionali, Nel paese dei viceré. L’Italia tra pace e guerra”. Per Strade Blu Mondadori, invece, “Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud”, col quale ha vinto il premio Napoli-Libro dell’anno, il premio Sandro Onofri, il premio Omegna e il premio Biblioteche di Roma.
Per Feltrinelli è invece uscito “Il naufragio. Morte nel Mediterraneo”, con cui ha vinto il premio Ryszard Kapuciski e il premio Paolo Volponi. Col suo ultimo libro, “La frontiera”, con il quale ha vinto il premio Pozzale Luigi Russo. Leogrande ha anche curato diverse antologie: con Goffredo Fofi, direttore de ‘Lo Straniero’, l’antologia “Nel Sud senza bussola. Venti voci per ritrovare l’orientamento” (L’Ancora del Mediterraneo) e la raccolta di racconti sul calcio “Ogni maledetta domenica”.
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