Compariranno il 22 dicembre, davanti al giudice per l’udienza preliminare gli 11 esponenti tra boss e gregari del clan Orlando raggiunti nel luglio scorso da una seconda ordinanza di custodia cautelare emessa sempre dal gip Francesca Ferri e che riguardava il traffico di droga e una serie di estorsioni compiute dalla cosca nel comune di Calvizzano. In quell’inchiesta è coinvolto anche l’imprenditore edile e vice sindaco del paese, Antonio Di Rosa che il ras Mario Sarappo chiama in segno di rispetto “Zi Antonio”.
L’imprenditore subisce un’estorsione per dei lavori di carpenteria che stava eseguendo in un edificio poi fa da intermediario tra il clan Orlando e i proprietari dell’appartamento. Ma è Mario Sarappo che come scrive il gip “conduce tutta la trattativa estorsiva, fungendo da intermediario dell’azione criminosa, conducendo il Di Rosa prima da Orlando Angelo (o’malomm) e poi da Orlando Raffaele (Papele), altresì facendolo incontrare con Carbone Castrese, nonché concordando con Carbone Castrese ai traslare quanto richiesto a titolo estorsivo ai committenti Russo-Pellegrino, sfruttando poi Di Rosa Antonio quale intermediario tra il gruppo criminale e i predetti committenti, così costretti a mettersi a posto e versare una somma non quantificata per i lavori commissionati, somma poi materialmente riscossa da tale Massimo – allo stato non identificato – fiduciario di Papele, come chiarisce Sarappo Mario a Felaco”.
Tra le 11 persone ci sono Chiara Catuogno, 38 enne, finita ai domiciliari , moglie del ras del clan Polverino Antonio Napolano detto ‘o mostro attualmente detenuto e che si rivolge agli Orlando per un recupero crediti di 24mila euro dall’ex socio del marito gestore di un pub. E poi i boss Raffaele Orlando,63 anni alias Papele, Angelo Orlando, 38 anni detto ‘o malomm, Raffaele Veccia, 40 anni detto ‘ marisciallo e Mario Sarappo di 48 anni. E con loro Castrese Carbone 37 anni, considerato il reggente per conto del clan Orlando nel comune di Calvizzano nonché nipote da parte di madre del ras del clan Polverino, Luigi Esposito detto celeste, Giuseppe Assenzo (48 anni) , Vittorio Felaco (25 anni) e Crescenzo Muoio (54 anni).
Dall’indagine dei carabinieri è emerso come il clan Orlando avesse ampliato e consolidato l’egemonia criminale anche su Calvizzano, area sulla quale era stato posizionato Castrese Carbone quale apicale e referente.
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