“Gramigna”, nelle sale da giovedì 16, traspone sullo schermo il romanzo scritto a quattro mani da Michele Cucuzza e dal protagonista della vicenda Luigi Di Cicco, un uomo che, fin da ragazzino, ha incontrato il padre solo attraverso le sbarre del carcere.
Il film è diretto da Sebastiano Rizzo – noto come attore per le sue interpretazioni in fiction di successo come Don Matteo, Distretto di Polizia e Capri 3 – è alla sua seconda regia dopo “Nomi e cognomi” del 2015.
L’idea del libro nasce da un incontro divenuto amicizia: “Ho conosciuto Michele per caso – ha dichiarato Di Cicco – e da lì è nata una sincera amicizia. Solo dopo anni gli ho confidato la mia storia, non solo perché non è facile da raccontare, ma perché può scatenare, inevitabilmente, nelle persone pregiudizi e distanza. Michele mi ha sostenuto e mi ha spinto a scrivere assieme tutta la mia storia perché diventasse una testimonianza per quelli che hanno vissuto e vivono nella mia condizione. Il libro è poi diventato un film che vuole lanciare un messaggio di speranza, raccontare che un’altra strada è possibile, e che dal male può nascere il bene. Mio padre è molto contento dell’uscita del film, anche perché non mi ha mai costretto a seguire le sue orme, ma mi ha sempre lasciato la libertà di scegliere il mio futuro”.
Per il regista Sebastiano Rizzo Gramigna vuole essere “un riscatto che genera libertà e dona la possibilità di osare, ribellarsi, cambiare, sognare, in una terra dove spesso i sogni restano intrappolati nell’adolescenza e si tramutano poi in rabbia, disillusione e rassegnazione. Perché – conclude Rizzo – nulla può essere barattato se non con la stessa libertà”.
Il titolo del film è un chiaro riferimento al grano selvatico, quindi alla cosiddetta erba cattiva, che deve essere estirpata perché infestante e danneggia i campi: analogia questa che descrive lo smarrimento e l’incertezza di chi, come Luigi, è cresciuto in un ambiente malsano e si è trovato di fronte ad un bivio; seguire i consigli della madre (Teresa Saponangelo) e del suo paterno insegnante di Educazione fisica (Enrico Lo Verso) o, invece, lasciarsi tentare da chi, come il padre (Biagio Izzo) si era, invece, schierato dalla parte dell’illegalità, dei facili guadagni e del malaffare? A vestire i panni del protagonista il giovanissimo Gianluca Di Gennaro, affiancato da un cast di attori napoletani come Gianni Ferreri, Lucia Ragni, Ernesto Mahieux, Mario Porfito, Anna Capasso, Ciro Petrone e Marianna Mercurio. Un film che fa riflettere e che, inserito in un progetto educativo, sarà proiettato in molte scuole d’Italia.
E’, inoltre, tra le quindici pellicole in concorso per l’edizione 2017/18 del Premio David Giovani – istituito da Agiscuola con il sostegno del MiBACT – nell’ambito dei David di Donatello.
Articolo pubblicato il giorno 14 Novembre 2017 - 12:39