“Io presidente della Figc ? Tra pochi giorni compio 78 anni. A chi me lo chiede metto a disposizione le mie idee e la mia esperienza ma la gestione quotidiana implica un dinamismo che non e’ proprio della mia eta’. Per cui largo ai giovani. L’ideale sarebbe un ex calciatore ma non basta”. Lo ha detto l’ex presidente del Coni e membro del Comitato olimpico internazionale, Franco Carraro, ospite di ‘Sport 2000′, il programma sportivo di Tv2000 condotto da Giampiero Spirito commentando le dimissioni dalla Figc di Carlo Tavecchio. “Albertini e Tommasi – ha sottolineato Carraro – sono stati due bravi calciatori ma da dirigenti non abbiamo ancora constatato il talento. Gianni Rivera e’ un mito come calciatore, ha portato sulle sue spalle la bara di mio padre quando e’ morto e con lui ho un grande rapporto ma gli rivolgo un rimprovero: quando ha smesso di giocare si e’ occupato di altre cose, aveva il talento che gli avrebbe consentito di diventare un grande dirigente ma per alcuni anni si e’ distratto”. “Tavecchio non e’ stato fortunato – ha proseguito Carraro – la Nazionale ha fallito clamorosamente. Quando e’ andato via Conte, Tavecchio ha prima cercato di prendere Donadoni ma il Bologna non lo ha liberato e poi Ventura che e’ stato un ripiego. Non e’ stata una scelta fortunata. Tavecchio ha sicuramente commesso degli errori ma ha anche delle attenuanti”. “Quando fai il dirigente – ha aggiunto Carraro – hai una responsabilita’ oggettiva, quando sei al vertice e consegui dei risultati cosi’ sotto le aspettative sei oggettivamente il responsabile. Tavecchio si e’ dimesso perche’ ha pensato forse di avere le idee per rafforzare la situazione ma non c’erano piu’ le condizioni operative”. Carraro ha evidenziato che “la delusione dei tifosi che adesso e’ molto forte, sara’ ancora piu’ forte a giugno quando vedremo il Mondiale da esclusi. Ogni partita avremo bisogno di molte pastiglie di Maalox”. Tavecchio, ha concluso Carraro, e’ “ormai il passato della Federazione e della Lega. Speriamo che il mondo del CALCIO abbia la possibilita’ di fare quello che hanno fatto altri Paesi come la Francia, la Spagna e la Germania e conciliare le esigenze dei grandi club che ormai sono delle multinazionali con quelle della Nazionale”.