Testa china e occhi lucidi. Giosue’ Ruotolo, l’ex militare di 28 anni di Somma Vesuviana , ha ascoltato in piedi, in silenzio, al fianco dei suo avvocati, la lettura della sentenza con la quale la Corte d’assise di Udine lo ha condannato al carcere a vita. E’ lui, per i giudici friulani, il responsabile del duplice omicidio della coppia di fidanzati Trifone Ragone e Teresa Costanza, uccisi a colpi di pistola la sera del 17 marzo 2015, all’interno della loro Suzuki Alto, nel parcheggio del palazzetto dello Sport di Pordenone.
Sei colpi sparati a distanza ravvicinata dal killer che ha prima diretto l’arma contro il militare di Adelfia (Bari), 28 anni, mentre si stava sedendo sul sedile lato passeggero, e poi contro la sua fidanzata, 30 anni, assicuratrice milanese di origini siciliane, una laurea alla Bocconi in tasca, trasferitasi in Friuli per amore di Trifone. La Corte e’ arrivata al verdetto nel pomeriggio, dopo una camera di consiglio cominciata intorno alle 14.30 di lunedi’ e durata oltre due giorni, nella quale ha rimesso in fila la mole di documenti, indizi e testimonianze raccolte in 45 udienze dibattimentali.
“Ergastolo con isolamento diurno per due anni”, come aveva chiesto, al termine di undici ore di requisitoria, il 20 ottobre scorso, il pm Pier Umberto Vallerin che subito dopo la pronuncia ha espresso “un senso di soddisfazione professionale per il lavoro svolto” dalla Procura e dai Carabinieri di Pordenone. “Ma non di soddisfazione umana – ha subito precisato, ricordando che si tratta solo del primo grado di giudizio – Non possiamo essere felici per una sentenza che vede condannato all’ergastolo un ragazzo di neanche 30 anni per delitti che riguardano due persone offese praticamente coetanee. Ruotolo non va assolutamente “mostrificato”.
“Ho provato pena per lui – ha detto Eleonora Ferrante, la mamma di Trifone – Prima della lettura della sentenza avevo chiesto a Dio di darmi la forza di perdonarlo. Il Signore mi ha accontentato, mi ha fatto perdonare. Ero certa che avesse ucciso Trifone e Teresa ma non provavo piu’ odio. Ora siamo tranquilli perche’ e’ stata fatta giustizia umana ed e’ molto importante”.
“Abbiamo avuto giustizia ma nostra figlia non tornera’ mai. Non avremo mai pace. Un ergastolo non potra’ mai lenire il nostro dolore. Ma almeno sappiamo quello che e’ successo. E un assassino e’ in carcere”, hanno detto con un filo di voce anche i genitori di Teresa, papa’ Rosario e mamma Carmelina, che sente “sempre vicina” la sua Teresa. La Corte, che ha disposto la pubblicazione per estratto della sentenza mediante affissione nei comuni di Udine, Pordenone e Somma Vesuviana, ha condannato Giosue’ Ruotolo al risarcimento danni, riconoscendo provvisionali per oltre 700 mila euro complessivi ai familiari costituiti parte civile.
Una somma di 100 mila euro ciascuno ai genitori dei due ragazzi, 60 mila euro per la sorella minore di Trifone e 50 mila ciascuno per gli altri quattro fratelli di Teresa e Trifone, 30 mila euro per la nonna del militare pugliese e 15 mila per le sue due zie.
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