Ha patteggiato 2 anni e 6 mesi di reclusione Vincenzo Cascetta, il 38enne culturista di Pagani che lo scorso 28 maggio ferì con tre colpi di pistola l’amico e collega di palestra Pietrangelo Campitelli. Cascetta, ha concordato la pena davanti al giudice, riconoscendo gli addebiti. L’accusa era di lesioni, cambiata grazie alle immagini video rispetto all’iniziale reato di tentato omicidio.
Alla base della lite sfociata nel ferimento a colpi di pistola tra Cascetta e Pietrangeli ci sarebbe stato un giro di sostanze dopanti. Almeno così ha raccontato, cercando di difendersi, in questi mesi, lo sparatore. “Mi ero allenato con un trainer in palestra che mi aveva dato prodotti dopanti. Quando gli dissi di voler interrompere gli allenamenti, mi minacciò per paura che rivelassi del traffico di anabolizzanti. Per questo Campitelli mi aveva assalito”. Nel bar Fidema oltre a Campitelli e Cascetta c’era anche un altro culturista. E dopo che gli ultimi due avevano discusso sarebbe nata la lite con Campitelli durante la quale Cascetta avrebbe fatto fuoco due volte contro il collega.
Nel motivare la decisione degli arresti domiciliari per Cascetta il gip aveva scritto: “Non vi era volontà di uccidere, vista la distanza ravvicinata e la pistola tenuta verso il basso. Lo sparatore non sarebbe scappato non appena Campitelli lasciava la presa nella colluttazione, accontentandosi di averlo solo ferito. I colpi erano solo estrinsecazione della volontà di liberarsi dalla morsa di un’aggressione”. Anche se “La scelta di portarsi armato di pistola all’interno di un bar integra una condotta sproporzionata rispetto alla banalità della discussione in corso.
La totale mancanza di autocontrollo e la disarmante semplicità con cui si passava da un diverbio verbale all’uso disinvolto di una pistola costituivano sintomo evidente di una propensione al delitto violento che andava arginato con un intervento cautelare”. Ora è arrivata la condanna di primo grado.
( nella foto Pietrangelo Campitelli e Vincenzo Cascetta)
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