“La Campania delle opportunità mancate è tristemente anche quella che si è riunita presso la sede del Consiglio regionale sull’emergenza del Faito. Quello che doveva essere il tavolo delle soluzioni per la comunità colpita, diventa il tavolo delle denunce di una latitanza delle istituzioni che va avanti da oltre venti anni”. E’ quanto denuncia il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle, Tommaso Malerba, alla luce dell’audizione convocata dalla II Commissione (Bilancio, Patrimonio, e Demanio) e dalla VII commissione Permanente (Ambiente), sui provvedimenti da adottare a favore delle comunità colpite dagli eventi franosi delle scorse settimane sul Monte Faito. “Di tutti gli invitati – sottolinea Malerba – la grande protagonista assente è proprio la Città Metropolitana di Napoli comproprietaria del Monte Faito con l’ente Regione. Città Metropolitana che oggi prova a scaricare ogni onere e responsabilità su Palazzo Santa Lucia, cedendo la sua quota parte del 50%. Troppo comodo disfarsi dei beni di famiglia senza averne la gestione. Da circa tre settimane gli enti di competenza si rimbalzano la responsabilità della gestione dell’intervento mentre i comuni vicini, in pieno caos, si sono dovuti sobbarcare la gestione dell’emergenza a proprie spese, laddove la messa in sicurezza delle strade ricade negli oneri della Provincia, mentre la Regione si sgrava intimando l’evacuazione delle aree colpite senza offrire luoghi di destinazione per l’accoglienza delle famiglie, circa cento, che dovrebbero abbandonare la zona. Nel frattempo i bambini non vanno a scuola dal primo novembre”. Malerba spiega che “obiettivo dell’audizione era quello di individuare una linea di azione comune al fine di salvaguardare l’incolumità dei cittadini residenti. Ma la seduta si è trasformata in una valanga di accuse contro l’ente negligente. Non sono stati utilizzati i fondi del Psr a parte qualche progetto dell’ente parco. Ma la cosa più grave è che gli interventi di prevenzione non sono mai neppure stati richiesti. Alla questione idrogeologica è legata anche quella immobiliare, per le troppe baracche abusive che ospitano attività commerciali, oltre a quella ambientale, per decine di antenne e ripetitori tv moltiplicatisi a dismisura nelle aree di competenza della Regione. Immobili il cui fitto non risulta essere riscosso. Al momento non si sa neppure quali siano i contratti in essere e quale sia l’introito esatto che la Regione dovrebbe percepire dall’installazione di queste antenne. Riteniamo necessaria – conclude l’esponente M5S – una verifica del territorio, così da recuperare le risorse economiche evase con l’obiettivo di restituirle alla tutela del parco stesso”.
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