Era Ciro D’Agostino, il fratello minore dei boss salernitani Giuseppe e Antonio a controllare il traffico di droga nella provincia di Salerno che è stato scoperto dalla squadra mobile e che ha portato all’emissione di 17 misure cautelari da parte della Dda salernitana. Sette sono finiti in carcere, cinque ai domiciliari e cinque invece hanno avuto l’obbligo di dimora e presentazione alla polizia giudiziaria.
Agli indagati sono stati contestati i reati di partecipazione, a diverso titolo, ad una associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti nonché diverse cessioni di sostanza stupefacente del tipo cocaina ed hashish. Si sono resi necessari a seguito di approfondite e complesse indagini condotte dalla Squadra Mobile di Salerno, corroborate da specifiche attività di controllo del territorio ed attività tecniche riscontate da diversi sequestri di sostanza stupefacente, di cui il più rilevante relativo ad un chilo circa di cocaina.
In particolare, l’attività investigativa ha avuto la sua genesi nel mese di aprile del 2015, a seguito dell’arresto di un soggetto salernìtano, trovato in possesso di circa un chilogrammo di hashish. Dall’analisi dei contatti intrattenuti tra questi e altri personaggi gravitanti nel mondo dello spaccio di sostanze stupefacenti in città, si è giunti alla definizione di una fitta rete di spacciatori capeggiati da Ciro D’Agostino, vertice dell’organizzazione e reggente dell’omonimo clan. D’Agostino è germano di Giuseppe ed Antonio, soggetti legati stabilmente alla criminalità organizzata locale attualmente detenuti in carcere e già condannati in via definitiva per associazione a delinquere di stampo camorristico, omicidio ed altri gravi reati. Durante le attività, si è accertato che la sostanza stupefacente veniva acquistata nell’hinterland napoletano per poi essere suddivisa dagli accoliti in un nascondiglio sito nel comuni di Pellezzano. Successivamente la stessa veniva commercializzata nelle zone di Pastena, Mercatello e Fratte.
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