Il nuovo procuratore nazionale antimafia e’ Federico Cafiero de Raho, che ora e’ il capo della procura di Reggio Calabria. Lo ha nominato il plenum del Csm all’unanimita’, dopo che ieri il Pg di Palermo Roberto Scarpinato aveva ritirato la propria candidatura. Napoletano, 65 anni, de Raho e’ stato a lungo pm a Napoli e ha legato il suo nome al processo ‘Spartacus’ che, scaturito dalle dichiarazioni del primo pentito dei casalesi Carmine Schiavone, porto’ all’azzeramento della cupola del clan. Succede a Franco Roberti che va in pensione.
Nato nel 1952 a Napoli, Federico Cafiero de Raho e’ in magistratura dal 1978: nel corso della sua carriera ha svolto sempre funzioni requirenti, prima come pm a Milano (dal 1979 al 1984), poi a Napoli, dove nel 2006 e’ stato promosso procuratore aggiunto, per poi passare, nell’aprile 2013, a capo della Procura di Reggio Calabria, incarico ricoperto fino a oggi. Lo scorso luglio e’ stato in corsa per la poltrona piu’ alta della Procura di Napoli, incarico per cui gli venne preferito dal Csm Giovanni Melillo, fino a qualche mese prima capo di gabinetto del Guardasigilli Orlando.
Negli anni trascorsi in servizio a Milano, Cafiero de Raho si e’ occupato di inchieste sul traffico di droga, contrabbando e bancarotta fraudolenta. Passato poi alla Procura partenopea, il magistrato ha fatto parte della Direzione distrettuale antimafia fin dalla sua istituzione, rimanendovi per 8 anni e dedicandosi in particolare alle indagini sul clan dei Casalesi: sua la requisitoria al processo ‘Spartacus’, considerata, in un parere del 2007 del Consiglio giudiziario di Napoli, “uno dei momenti piu’ importanti della lotta dello Stato alla camorra”. Anche a Reggio Calabria, si legge nella delibera approvata oggi dal plenum, de Raho ha ottenuto successi nel contrasto alla ‘ndrangheta: in particolare, si ricorda che “nel 2015 sono stati acquisiti 13 collaboratori di giustizia e 2 testimoni per i quali sono state avanzate proposte di misure di protezione, il che rappresenta una grande evoluzione in un territorio governato dall’omerta'”.
L’incarico di Procuratore nazionale antimafia venne istituito nel gennaio 1992 e dal 2015 alle sue competenze si sono aggiunte quelle in materia di antiterrorismo. Tra le sue funzioni principali quella di rendere effettivo il coordinamento delle attivita’ di indagine, garantire la funzionalita’ dell’impiego della polizia giudiziaria, assicurare la completezza e la tempestivita’ delle investigazioni e risolvere eventuali conflitti riguardanti lo svolgimento delle indagini.
Il primo procuratore nazionale antimafia e’ stato Bruno Sicari (dall’ottobre 1992 al gennaio 1997), il cui successore fu Pier Luigi Vigna, a capo della Dna fino all’agosto 2005. Nell’ottobre di quell’anno, poi, il Csm diede l’incarico direttivo a Pietro Grasso, oggi presidente del Senato. Dal luglio 2013 la Direzione nazionale antimafia e’ stata guidata da Franco Roberti.
Articolo pubblicato il giorno 8 Novembre 2017 - 13:39