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Corruzione al Cardarelli: Romeo mandò gli operai del Cardarelli a ristrutturare la casa del manager Verdoliva

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L’inchiesta per gli appalti Romeo – il filone napoletano, che non ha collegamenti con la vicenda Consip – riparte con 16 misure cautelari eseguite dai carabinieri del Comando provinciale. Una indagine che riporta agli arresti domiciliari l’imprenditore Alfredo Romeo, al quale sono contestati otto capi di imputazione, e che ripropone in un atto giudiziario l’esistenza del cosiddetto metodo Romeo che consiste, come sottolinea il gip Mario Morra nella sua ordinanza, nella “spregiudicata creazione di rapporti interpersonali, spesso di carattere corruttivo, con pubblici funzionari e rappresentanti delle istituzioni, al fine di aggiudicarsi appalti, superare disguidi o velocizzare procedure burocratiche”.
L’inchiesta chiama in causa anche il direttore generale del Cardarelli, Ciro Verdoliva, anch’egli destinatario di un provvedimento agli arresti domiciliari. Secondo l’accusa avrebbe ottenuto la consulenza gratuita di un architetto, al quale aveva conferito incarichi di consulenza, e utilizzato per lavori di ristrutturazione in un immobile di sua proprietà alcuni operai che venivano cosi’ ”sottratti” dall’ospedale Cardarelli, ospedale presso il quale avrebbero dovuto prestare la loro opera. L’immobile in questione è quello di via Serra a Napoli dove abita Verdoliva.
Secondo i carabinieri della seconda sezione che hanno condotto le indagini alcuni operai impegnati nei cantieri al Cardarelli e quindi pagati con soldi pubblici, sarebbero stati impegnati per la esecuzione della ristrutturazione delle parti del condominio di via Serra in cui abita lo stesso Verdoliva. Originario di Gragnano, il papà è stato per oltre venti anni comandante dei vigili nel comune di residenza, è molto conosciuto e stimato nella zona.
E’ passato per tutte le stagioni politiche: da Bassolino, a Caldoro e ora con De Luca che lo ha consacrato all’opinione pubblica come un “manager del fare” e grazie al quale è stato finalmente aperto l’Ospedale del Mare. L’inchiesta parte sempre da Alfredo Romeo e dagli appalti delle pulizie negli ospedali napoletani. La Procura scopre che Romeo avrebbe pagato lo stipendio ad Antonio Montepiccolo, genero di Giuseppe Lo Russo, uno dei fratelli del famoso clan di Miano a non essersi pentito nonostante sia da anni in carcere.
Scrivono gli inquirenti nella loro richiesta di misura cautelare: “Verdoliva avrebbe fornito sistematiche e consapevoli coperture ogni volta che le suindicate gravi e preordinate inadempienze venivano portate alla loro attenzione, nonostante le specifiche segnalazioni della dottoressa Romano”.  Verdoliva non sono non avrebbe preso i dovuti interventi. Anzi: “Avrebbe dissimulato dolosamente il mancato rispetto delle prescrizioni dell’offerta tecnica presentata in sede di gara”.
Verdoliva si è sempre difeso e ricorda di aver sempre segnalato anomalie o punti critici, sempre nell’interesse della pubblica amministrazione. Poi c’è il capitolo dei rapporti tra Verdoliva e l’architetto Sergio Rosanova (professionista ovviamente estraneo alle indagini). Verdoliva avrebbe ottenuto un aiuto dal professionista per alcuni interventi nella propria abitazione. L’architetto figurava anche come consulente esterno (un incarico da 59mila euro) dello stesso Cardarelli.
Poi ci sono i rapporti con Attilio Coppola. Verdoliva viene inquadrato come direttore dell’ufficio tecnico e dell’ufficio economato del Cardarelli e come responsabile unico della gara per l’aggiudicazione del servizio di supporto ingegneristico, che verrà aggiudicato alla Hospital consulting (siamo nel 2014). Secondo le accuse avrebbe “fatto intendere ad Attilio Coppola, in modo chiaro e inequivocabile, di aver favorito la Hospital consulting nell’appalto (ma anche in altre convenzioni presso la Asl Napoli uno) che da lui e solo da lui dipendeva la gestione del medesimo appalto. Avrebbe indotto il medesimo Coppola ad attivarsi perché un terzo soggetto venisse assunto nell’ambito di un’altra commessa relativa ad un appalto pubblico assegnato dalla Asl di Caserta l’undici luglio del 2016. In questo caso – scrive il gip – l’assunzione sarebbe stata realmente effettuata”.
E infine i rapporti i rapporti con alcuni esponenti delle forze dell’ordine. Secondo alcune intercettazioni ambientali effettuate nell’ufficio di Verdoliva aveva rapporti con il finanziere Gennaro Silvestro (colpito da interdizione dal servizio) il quale avrebbe consigliato a Verdoliva di “tenere l’orecchio per terra” di fronte a indagini della Procura di Napoli sul Cardarelli, in cambio dell’assunzione (solo promessa e non portata a termine) di una persona segnalata da militare nella avveniristica struttura dell’Ospedale del Mare.

 


Articolo pubblicato il giorno 9 Novembre 2017 - 07:35


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