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Condivisione di banche dati, intesa tra Dna e Anac per contrastare criminalità e corruzione

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Roma. Questo pomeriggio presso la sede della Direzione Nazionale Antimafia (Dna) il presidente dell’autorità nazionale anticorruzione (Anac), Raffaele Cantone, e il procuratore capo della Dna, Franco Roberti, hanno firmato un protocollo d’intesa relativo ai rapporti di collaborazione tra le due istituzioni in particolare riferimento alla condivisione di banche dati. “Un atto a cui riconduciamo un’estrema importanza perché tra le istituzioni preposte al contrasto di ogni forma di criminalità organizzata e alla corruzione, che a volte ne è una manifestazione, deve esserci sempre una sinergia assoluta” ha detto Roberti,spiegando poi: “Credo che nel contrasto al fenomeno mafioso, al di là dell’apparato normativo sia importante, forse quasi più importante, quello organizzativo, questa collaborazione tra istituzioni va in questa direzione, attraverso la condivisione di informazioni e banche dati relative alla criminalità organizzata e alla corruzione”. In concreto la collaborazione tra le due istituzioni si basa sia sulla prevenzione che sia sul contrasto più efficace dei fenomeni mafia e corruzione. Il protocollo prevede un interscambio estremamente rapido di tutti i dati che possono essere utili: imprenditori che non hanno denunciato tentativi di concussione o estorsione aggravati dal metodo mafioso e la lista dei soggetti condannati o rinviati a giudizio per reati contro pubblica amministrazione. È anche previsto che l’ Anac possa avere accesso al casellario giudiziario delle imprese e alla banca dati nazionale dei contratti pubblici che potrà incrociare con i dati presenti nella banca dati della Dna. È anche prevista la comunicazione da parte di Anac all’autorità giudiziaria competente e alla Dna qualora vengano ravvisate innovazioni nelle metodologie corruttive che possano per via della loro modalità di penetrazione far supporre che ci sia un condizionamento mafioso. È previsto poi che l’Anac comunichi alla DNA tutte quelle situazioni per le quali grazie a una recentissima legge (codice antimafia) il procuratore nazionale antimafia può proporre l’amministrazione giudiziaria o il controllo giudiziario delle aziende. Infine sono previsti dei momenti di formazione comune tra lavoratori dell’Anac e della Dna. Il presidente dell’Anac ha commentato così la firma del protocollo: “Sono emozionato di firmare questo protocollo qui con Franco Roberti: molte delle cose che ho imparato le ho imparate da lui alla Dda di Napoli. Sono emozionato anche perché mancavo da questa stanza da oltre 10 anni. È un fatto di grande prestigio per l’Anac. Questo scambio di informazioni è per noi una grande occasione di affinare le nostre attività di prevenzione”.


Articolo pubblicato il giorno 13 Novembre 2017 - 18:20

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