Beni che prima appartenevano a boss mafiosi o a storiche famiglie camorriste diventano centri antiviolenza, spazi per l’accoglienza di migranti o minori non accompagnati e palestre o laboratori di lingua nei luoghi a piu’ alta dispersione scolastica. Ministero dell’Interno e Regione Campania, in attuazione di un accordo per il rafforzamento della legalita’ e della sicurezza, stanziano 34 milioni di euro di fondi europei, di competenza nazionale e regionale, per la valorizzazione e il riuso dei beni confiscati. Il bando, pubblicato oggi sul Burc della Regione, si rivolge a specifici Comuni che abbiano un’alta densita’ criminale, che presentino molti beni confiscati alla camorra (non meno di 4) e che si trovino in aree target delle strategie regionali integrate di sviluppo come la Buffer zone di Pompei, il litorale domizio e flegreo e l’area a Nord di Napoli. La Regione finanziera’ interventi che prevedono la riduzione dei fitti passivi a carico delle pubbliche amministrazioni grazie all’utilizzo di beni confiscati e interventi a favore delle comunita’ locali, come gli asili nido, strutture per l’immigrazione o l’integrazione sociale e la promozione culturale. Il bando riguarda i cosiddetti “beni emblematici ad alto potenziale” e cioe’ strutture che appartenevano ai boss piu’ pericolosi della camorra o a famiglie storicamente legate ad organizzazioni criminali. “Il nostro obiettivo – ha spiegato in conferenza stampa il prefetto di Napoli, Carmela Pagano – e’ fornire anche uno strumento di sviluppo economico per dei territori ad alto tasso criminale. Spesso i ragazzi sono prede facili della criminalita’ e dobbiamo contrastare questo evento con un intervento integrato, senza dispersione di risorse”.
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