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Camorra, Tore ‘o sadico fu ucciso a Ponticelli perché voleva gestore la piazza di spaccio al Lotto 0. IL VIDEO DEGLI ARRESTI

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Fu punito dal clan De Micco per aver cercato di prendere il controllo delle attività illecite del famigerato lotto 0 di Ponticelli, scavalcando i Minichini- De Luca Bossa e in contrasto con i “Bodo”. Per questo fu ucciso Salvatore Solla, 63enne soprannominato “Tore o’ sadico”, fratello dell’altrettanto noto Bruno detto “Tatabill” e di Giuseppe. Un gruppo legato in origine ai Sarno e poi ai De Luca Bossa di via Bartolo Longo, con buoni contatti con i Ponticelli di Cercola, anche se ritenuto sostanzialmente autonomo dalle forze dell’ordine.
Ed è proprio nel cuore del lotto 0 all’ora di pranzo del 23 dicembre scorso entrarono in azione due sicari, legati ai De Micco, ferendo a morte il pregiudicato e un 42enne meno conosciuto dagli investigatori: Giovanni Ardu, con vecchi precedenti per droga ma uscito fuori dal giro malavitoso per mettersi a lavorare. Salvatore Solla, che abita in zona, stava parlando in via Bartolo Longo con Giovanni Ardu, fermatosi alla guida della sua “Mini Cooper” per salutare il conoscente.
La macchina era regolarmente accostata. I sicari arrivarono in auto: uno  scese, fece il giro intorno all’auto e si piazzò di fronte al 63enne, seduto al lato del passeggero con lo sportello aperto, facendo fuoco a ripetizione. “Tore o’ sadico”, centrato da numerosi colpi si accasciò sul volante mentre Ardu ferito a entrambe le gambe, riuscì a gridare aiuto e a trascinarsi fuori dall’abitacolo.
Hanno un marchio indelebile per testimoniare fedelta’ e appartenenza. Gli affiliati ai De Micco di Ponticelli a Napoli hanno tutti il tatuaggio ‘Bodo” che altro non e’ che un personaggio di Guerre stellari e il soprannome del capoclan Luigi, boss cresciuto all’ombra del potente clan Sarno, in frantumi dopo il pentimenti dei capoclan e fratelli Ciro, Vincenzo e Giuseppe tre anni fa. E’ da quel giorno che i De Micco combattono una guerra contro chiunque tenta di appropriarsi dell’impero della cosca che ha radici nella zona orientale di Napoli.
Droga innanzitutto, ma anche estorsioni alle bancarelle e il controllo dell’occupazione delle case popolari, migliaia, sparse in tutta la zona. Non a caso l’ex boss Ciro Sarno veniva soprannominato ‘il sindaco’ perche’, come lui stesso ha raccontato da pentito, assegnava gli alloggi del Comune a chi diceva lui. I De Micco hanno cercato di gestire il business e si sono scontrati con i D’Amico detti i ‘fraulella’ del rione Conocal. La faida ha portato all’11 ottobre del 2015 all’omicidio di Nunzia D’Amico, il reggente di questo gruppo. Poi la stategia e’ stata quella di mandare via con le buone o le cattive dal rione tutti i familiari dei Sarno che non avevano piu’ diritto, secondo le leggi della camorra, a restare nel quartiere.
Decine di famiglie ‘deportate’e chi non voleva andare via veniva ucciso come Giovanni Sarno, il 7 marzo 2016 freddato nel suo letto mentre dormiva. Prima di lui era stato ‘eliminato’ sparando tra la folla Davide Montefusco, un ex pentito sempre dei Sarno che voleva tornare nel giro. Era il 23 gennaio 2016. Il controllo dei De Micco ha stretto in una morsa tutti: commercianti, ambulanti e pusher. Il 22 dicembre 2016 i killer dei ‘Bodo” uccisero Salvatore Solla, colpevole di aver aperto una ‘piazza’ di spaccio senza l’autorizzazione del boss. L’ultimo messaggio di morte la cosca l’ha lanciato il 15 novembre scorso. Ciro Nocerino e’ stato ucciso per un ‘no’ al clan, rifiutandosi di nascondere un carico di droga. Nell’agguato resto’ ferito per errore anche un perito assicuratore.


Articolo pubblicato il giorno 28 Novembre 2017 - 12:20

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